Il testo integrale dell'"Istanza di riapertura dell’inchiesta" sul triplice delitto del 4 maggio 1998 in Vaticano, inviata dai legali della madre di Cédric Tornay a Sua santità Giovanni Paolo II, l'11 aprile 2002. «Quest’ultimo appello della signora Baudat al Santo Padre ha avuto la stessa sorte di quelli che l’hanno preceduto: un silenzio assoluto... Consapevole o no, informato o no, Giovanni Paolo II rimane sovrano, e nel caso specifico magistrato supremo, di uno Stato dove si assassina impunemente la gente, dove la ricerca della verità è condizionata da interessi di regime, dove la giustizia si basa su espedienti e su farse, dove i diritti più elementari della persona non sono che parole, dove le vittime e le loro famiglie non hanno neppure diritto al più elementare rispetto. Che l’apatia di Giovanni Paolo II si basi su una volontà personale, o su una decisione presa per lui dal suo entourage, il Santo Padre porta e porterà la responsabilità di un’ingiustizia stridente, tanto più vergognosa in quanto ammantata da uno sprezzante silenzio...» «Avendo esperito senza successo tutti i ricorsi procedurali, avendo esaurito un capitale di pazienza e di fiducia nel corso di quattro anni, avendo preso atto dell’atteggiamento e della posizione vaticana, la signora Baudat e i suoi legali danno pertanto seguito a quanto avevano annunciato: pubblicano la “Istanza” spedita al Santo Padre, in modo che l’opinione pubblica possa giudicare in base a documenti probatori».
Language
Italian
Pages
187
Format
Paperback
Release
January 01, 2002
ISBN 13
9788879531146
Assassinati in Vaticano: 4 Maggio 1998. Dalla ragion di Stato alla Giustizia negata
Il testo integrale dell'"Istanza di riapertura dell’inchiesta" sul triplice delitto del 4 maggio 1998 in Vaticano, inviata dai legali della madre di Cédric Tornay a Sua santità Giovanni Paolo II, l'11 aprile 2002. «Quest’ultimo appello della signora Baudat al Santo Padre ha avuto la stessa sorte di quelli che l’hanno preceduto: un silenzio assoluto... Consapevole o no, informato o no, Giovanni Paolo II rimane sovrano, e nel caso specifico magistrato supremo, di uno Stato dove si assassina impunemente la gente, dove la ricerca della verità è condizionata da interessi di regime, dove la giustizia si basa su espedienti e su farse, dove i diritti più elementari della persona non sono che parole, dove le vittime e le loro famiglie non hanno neppure diritto al più elementare rispetto. Che l’apatia di Giovanni Paolo II si basi su una volontà personale, o su una decisione presa per lui dal suo entourage, il Santo Padre porta e porterà la responsabilità di un’ingiustizia stridente, tanto più vergognosa in quanto ammantata da uno sprezzante silenzio...» «Avendo esperito senza successo tutti i ricorsi procedurali, avendo esaurito un capitale di pazienza e di fiducia nel corso di quattro anni, avendo preso atto dell’atteggiamento e della posizione vaticana, la signora Baudat e i suoi legali danno pertanto seguito a quanto avevano annunciato: pubblicano la “Istanza” spedita al Santo Padre, in modo che l’opinione pubblica possa giudicare in base a documenti probatori».