Fedro lanciò nell'antica Roma di Augusto il genere della ‘favola', che in Grecia aveva trovato in Esopo il suo grande inventore. L'uno e l'altro dando voce agli animali e fissandone il carattere in situazioni-tipo, vogliono in realtà parlare degli uomini, del loro modo di vivere insieme, di prevaricare e di subire, di essere furbi o ingenui, di soffrire e far soffrire. In Fedro la finzione è trasparente e la significazione umana è diretta, con il risultato che ancor oggi nei ‘suoi' animali continuiamo a riconoscere il nostro vicino, il nostro superiore... noi stessi.
Fedro lanciò nell'antica Roma di Augusto il genere della ‘favola', che in Grecia aveva trovato in Esopo il suo grande inventore. L'uno e l'altro dando voce agli animali e fissandone il carattere in situazioni-tipo, vogliono in realtà parlare degli uomini, del loro modo di vivere insieme, di prevaricare e di subire, di essere furbi o ingenui, di soffrire e far soffrire. In Fedro la finzione è trasparente e la significazione umana è diretta, con il risultato che ancor oggi nei ‘suoi' animali continuiamo a riconoscere il nostro vicino, il nostro superiore... noi stessi.