Se dicessimo che Louis Massignon è stato il massimo islamista del Novecento, l’affermazione risulterebbe vastamente inadeguata e sfocata. Non certo falsa, però: i suoi contributi allo studio dell’Islam – dalla monumentale opera sul mistico Hallaj fino ad articoli decisivi e spesso concentrati in poche pagine – rimangono fondamentali. Eppure Massignon, fin dall’inizio, è stato molto di più: una delle più affascinanti, sconcertanti, complesse fisionomie intellettuali della nostra epoca. Con un taglio inconfondibile i suoi scritti affrontano i temi più svariati: da Maria Antonietta ai Sette Dormienti, dai giardini ai tappeti, dall’uso delle metafore al lessico mistico. Le vicende e la morfologia delle civiltà vi appaiono come una sempre mutevole costellazione di intersignes , fino a comporre «una storia gnostica, quella che ci manca». Ma non basta: Massignon fu egli stesso un mistico e un uomo d’azione, coinvolto nelle operazioni più segrete sulla scena del Medio Oriente, un po’ sulla falsariga – seppure con manifestazioni ben più discrete – di Lawrence d’Arabia, da lui venerato. Infine Massignon è stato colui che, più di ogni altro, ha compreso l’unità e la misteriosa tensione interna fra le tre Religioni del Libro, accomunate dalla figura di Abramo: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo. Chi vuol capire qualcosa del rapporto – tuttora rovente – fra queste civiltà, scendendo fino alle articolazioni nascoste e sfuggendo alla genericità umanistica, non troverà guida più preziosa di Massignon. E troverà in Parola data, che raduna gli scritti essenziali dello studioso, la migliore via d’accesso alla sua opera.
Se dicessimo che Louis Massignon è stato il massimo islamista del Novecento, l’affermazione risulterebbe vastamente inadeguata e sfocata. Non certo falsa, però: i suoi contributi allo studio dell’Islam – dalla monumentale opera sul mistico Hallaj fino ad articoli decisivi e spesso concentrati in poche pagine – rimangono fondamentali. Eppure Massignon, fin dall’inizio, è stato molto di più: una delle più affascinanti, sconcertanti, complesse fisionomie intellettuali della nostra epoca. Con un taglio inconfondibile i suoi scritti affrontano i temi più svariati: da Maria Antonietta ai Sette Dormienti, dai giardini ai tappeti, dall’uso delle metafore al lessico mistico. Le vicende e la morfologia delle civiltà vi appaiono come una sempre mutevole costellazione di intersignes , fino a comporre «una storia gnostica, quella che ci manca». Ma non basta: Massignon fu egli stesso un mistico e un uomo d’azione, coinvolto nelle operazioni più segrete sulla scena del Medio Oriente, un po’ sulla falsariga – seppure con manifestazioni ben più discrete – di Lawrence d’Arabia, da lui venerato. Infine Massignon è stato colui che, più di ogni altro, ha compreso l’unità e la misteriosa tensione interna fra le tre Religioni del Libro, accomunate dalla figura di Abramo: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo. Chi vuol capire qualcosa del rapporto – tuttora rovente – fra queste civiltà, scendendo fino alle articolazioni nascoste e sfuggendo alla genericità umanistica, non troverà guida più preziosa di Massignon. E troverà in Parola data, che raduna gli scritti essenziali dello studioso, la migliore via d’accesso alla sua opera.