"I Greci erano realmente così ciechi all'importanza dei fattori non razionali dell'esperienza e della condotta umana, come ritengono comunem,ente i loro ammiratori, non meno dei loro critici?"
"Qualche anno fa, al British Museum, mentre osservavo le sculture del Partenone, un giovane mi si avvicinò e disse con aria preoccupata: 'Quel che vi confesso è un'enormità, lo so, ma questa roba greca non mi commuove affatto'. 'Molto interessante, risposi. Saprebbe forse definire le ragioni di questa indifferenza?'. Riflette un paio di minuti, poi: "Be', non so se mi spiego: è tutto così tremendamente razionale'." Inizia così I Greci e l'irrazionale, di Eric R. Dodds, riproposto con una nuova introduzione e un più completo apparato bibliografico. Il libro racconta l'evoluzione del pensiero greco come un percorso che alterna il mito e la ragione, il razionale e l'irrazionale, i misteri orfici e le divinità olimpiche. Ma come è possibile la coesistenza, in miracolosa armonia, di espressioni di pensiero così differenti tra loro? Dodds risponde a questa domanda con una approfondita e documentata analisi storico-sociale. Rivelando che, dietro l'apparente rigore del sapere filosofico, i Greci conservavano un rapporto di attrazione per l'ignoto e per "il furore profetico". E che questo equilibrio era possibile perché nell'antica Grecia, le rigide polis furono dei veri e propri laboratori di convivenza, all'interno dei quali trovavano spazio anche gruppi sociali connotati da un forte senso mistico e religioso. Dodds invita i lettori a una riflessione sull'irrazionale nella quale l'uomo contemporaneo non può che riconoscersi e ritrovarsi, acconsentendo per questa via a una rinnovata fraternità tra passato e presente.
Dall'anticipazione:
Riproposto con una nuova introduzione, una presentazione di Arnaldo Momigliano e un più completo apparato bibliografico, il libro racconta l'evoluzione del pensiero greco come un percorso che alterna il mito e la ragione, il razionale e l'irrazionale, i misteri orfici e le divinità olimpiche. Un'approfondita e documentata analisi storico-sociale che spiega la coesistenza, in miracolosa armonia, di espressioni di pensiero così differenti tra loro e rivela come, dietro l'apparente rigore del sapere filosofico, i Greci conservassero un un'attrazione per l'ignoto e per "il furore profetico". Un equilibrio reso possibile dalla struttura di vero e proprio laboratorio di convivenza della "polis" greca, capace di dar spazio a gruppi sociali d'ispirazione mistica.
"I Greci erano realmente così ciechi all'importanza dei fattori non razionali dell'esperienza e della condotta umana, come ritengono comunem,ente i loro ammiratori, non meno dei loro critici?"
"Qualche anno fa, al British Museum, mentre osservavo le sculture del Partenone, un giovane mi si avvicinò e disse con aria preoccupata: 'Quel che vi confesso è un'enormità, lo so, ma questa roba greca non mi commuove affatto'. 'Molto interessante, risposi. Saprebbe forse definire le ragioni di questa indifferenza?'. Riflette un paio di minuti, poi: "Be', non so se mi spiego: è tutto così tremendamente razionale'." Inizia così I Greci e l'irrazionale, di Eric R. Dodds, riproposto con una nuova introduzione e un più completo apparato bibliografico. Il libro racconta l'evoluzione del pensiero greco come un percorso che alterna il mito e la ragione, il razionale e l'irrazionale, i misteri orfici e le divinità olimpiche. Ma come è possibile la coesistenza, in miracolosa armonia, di espressioni di pensiero così differenti tra loro? Dodds risponde a questa domanda con una approfondita e documentata analisi storico-sociale. Rivelando che, dietro l'apparente rigore del sapere filosofico, i Greci conservavano un rapporto di attrazione per l'ignoto e per "il furore profetico". E che questo equilibrio era possibile perché nell'antica Grecia, le rigide polis furono dei veri e propri laboratori di convivenza, all'interno dei quali trovavano spazio anche gruppi sociali connotati da un forte senso mistico e religioso. Dodds invita i lettori a una riflessione sull'irrazionale nella quale l'uomo contemporaneo non può che riconoscersi e ritrovarsi, acconsentendo per questa via a una rinnovata fraternità tra passato e presente.
Dall'anticipazione:
Riproposto con una nuova introduzione, una presentazione di Arnaldo Momigliano e un più completo apparato bibliografico, il libro racconta l'evoluzione del pensiero greco come un percorso che alterna il mito e la ragione, il razionale e l'irrazionale, i misteri orfici e le divinità olimpiche. Un'approfondita e documentata analisi storico-sociale che spiega la coesistenza, in miracolosa armonia, di espressioni di pensiero così differenti tra loro e rivela come, dietro l'apparente rigore del sapere filosofico, i Greci conservassero un un'attrazione per l'ignoto e per "il furore profetico". Un equilibrio reso possibile dalla struttura di vero e proprio laboratorio di convivenza della "polis" greca, capace di dar spazio a gruppi sociali d'ispirazione mistica.