Bei Dao è considerato il maggiore tra i poeti cinesi viventi. I suoi versi sono percorsi da un profondo senso di morte e di annientamento, ma anche da un desiderio di verità che superi il rischio di nichilismo. La sua è una poesia di pensiero e di riflessione: Bei Dao sa creare una serie di sapienti distanze che proteggono la sua lingua poetica dal pathos, dall'impulso emotivo diretto. Ma le sue tematiche filosofiche e i suoi modi ragionativi si insinuano negli interstizi della realtà, nella sua discontinuità, nel sospetto della sua assenza creando un potentissimo intreccio di razionalità e sogno, che ha pochi riferimenti nella poesia contemporanea.
Bei Dao è considerato il maggiore tra i poeti cinesi viventi. I suoi versi sono percorsi da un profondo senso di morte e di annientamento, ma anche da un desiderio di verità che superi il rischio di nichilismo. La sua è una poesia di pensiero e di riflessione: Bei Dao sa creare una serie di sapienti distanze che proteggono la sua lingua poetica dal pathos, dall'impulso emotivo diretto. Ma le sue tematiche filosofiche e i suoi modi ragionativi si insinuano negli interstizi della realtà, nella sua discontinuità, nel sospetto della sua assenza creando un potentissimo intreccio di razionalità e sogno, che ha pochi riferimenti nella poesia contemporanea.