Un teatro-mondo descritto nella sua verità e vastità da uno dei suoi più coscienti abitanti. Fra gli artisti che hanno profondamente segnato il teatro del secondo Novecento e d'inizio Duemila, Eugenio Barba è il solo ad aver tenacemente lavorato in tutti i campi della cultura teatrale. Ha saputo riunire, come in un comune villaggio, persone che aderiscono al teatro ma che di per sé vivrebbero separate dalla diversità delle provenienze, dei linguaggi, degli stili, delle tradizioni, specialità e mansioni. Ha inventato periodi di comune lavoro teorico-pratico soprattutto nell'ISTA, l'International school of Theatre Anthropology. Ha contribuito a trasformare il modo di pensare e raccontare la storia del teatro. Ha posto le fondamenta d'una scienza del teatro capace di comparare le diverse pratiche e le più lontane tradizioni. Ha curato i ponti fra la ricerca teatrale contemporanea e la Grande Riforma d'inizio Novecento. Ha eliminato le distanze fra i teatri classici asiatici e i teatri indipendenti europei; fra questi ed i teatri dell'America Latina. Ha inoltre individuato e messo in pratica le strategie per le quali la presenza del teatro può trasformarsi in strumento per riattivare le relazioni fra gruppi, etnie e culture diverse, vincendo le inerzie della pacifica indifferenza reciproca. La voce che sale da queste pagine è più unica che rara nella cultura contemporanea.
Definendo come meglio non si potrebbe la fonte del fascino di questo libro, qualcuno ha indicato Eugenio Barba come il meno segreto - e il più misterioso, fra i condottieri di teatro del nostro tempo.
Language
Italian
Pages
274
Format
Paperback
Release
January 01, 2012
ISBN 13
9788878706248
La conquista della differenza. Trentanove paesaggi teatrali
Un teatro-mondo descritto nella sua verità e vastità da uno dei suoi più coscienti abitanti. Fra gli artisti che hanno profondamente segnato il teatro del secondo Novecento e d'inizio Duemila, Eugenio Barba è il solo ad aver tenacemente lavorato in tutti i campi della cultura teatrale. Ha saputo riunire, come in un comune villaggio, persone che aderiscono al teatro ma che di per sé vivrebbero separate dalla diversità delle provenienze, dei linguaggi, degli stili, delle tradizioni, specialità e mansioni. Ha inventato periodi di comune lavoro teorico-pratico soprattutto nell'ISTA, l'International school of Theatre Anthropology. Ha contribuito a trasformare il modo di pensare e raccontare la storia del teatro. Ha posto le fondamenta d'una scienza del teatro capace di comparare le diverse pratiche e le più lontane tradizioni. Ha curato i ponti fra la ricerca teatrale contemporanea e la Grande Riforma d'inizio Novecento. Ha eliminato le distanze fra i teatri classici asiatici e i teatri indipendenti europei; fra questi ed i teatri dell'America Latina. Ha inoltre individuato e messo in pratica le strategie per le quali la presenza del teatro può trasformarsi in strumento per riattivare le relazioni fra gruppi, etnie e culture diverse, vincendo le inerzie della pacifica indifferenza reciproca. La voce che sale da queste pagine è più unica che rara nella cultura contemporanea.
Definendo come meglio non si potrebbe la fonte del fascino di questo libro, qualcuno ha indicato Eugenio Barba come il meno segreto - e il più misterioso, fra i condottieri di teatro del nostro tempo.