Il rapporto madre-figlia, minaccioso senza saperlo né volerlo, è rimasto a lungo per la psicoanalisi un nodo irrisolto; eppure, ogni donna si è trovata prima o poi nel corso della vita di fronte al ‘materno', nella duplice accezione di ‘avere una madre' e di poter ‘essere madre'.
Questo volume, interamente scritto da donne, si propone di colmare tale lacuna. Seguendo le due dimensioni, quella strutturale e quella evolutiva, le autrici decifrano la complessità e l'ambivalenza dei segni – convulsi, intricati, a tratti brucianti, altre volte lievi – che scandiscono le tappe di quell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimità e specularità con la madre alla costruzione della propria personale identità femminile.
Il rapporto madre-figlia, minaccioso senza saperlo né volerlo, è rimasto a lungo per la psicoanalisi un nodo irrisolto; eppure, ogni donna si è trovata prima o poi nel corso della vita di fronte al ‘materno', nella duplice accezione di ‘avere una madre' e di poter ‘essere madre'.
Questo volume, interamente scritto da donne, si propone di colmare tale lacuna. Seguendo le due dimensioni, quella strutturale e quella evolutiva, le autrici decifrano la complessità e l'ambivalenza dei segni – convulsi, intricati, a tratti brucianti, altre volte lievi – che scandiscono le tappe di quell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimità e specularità con la madre alla costruzione della propria personale identità femminile.