«È sempre sbagliato, ovunque e per chiunque, credere a qualcosa in base a evidenze insufficienti». Queste parole riassumono il progetto filosofico di William K. Clifford e la sua critica radicale verso ogni credenza religiosa. Inserendosi da protagonista nell’infuocato dibattito tra scienza e religione dell’Inghilterra vittoriana, il giovane filosofo e matematico articolava con grande finezza e ironia il suo pensiero. Il «dovere della ricerca», nemico di ogni principio di autorità, era per Clifford una condizione necessaria, tanto che per lui esisteva «soltanto una cosa più perversa del desiderio di comandare: la volontà di ubbidire».
Claudio Bartocci e Giulio Giorello presentano qui, per la prima volta in italiano, i tre saggi più importanti e affilati del filosofo-matematico inglese, tanto attuali quanto sorprendenti nella loro chiarezza.
William Kingdon Clifford compì importanti ricerche sulle algebre geometriche che segnarono profondamente i successivi sviluppi della fisica matematica e della geometria. Per altro, ipotizzò che la gravità potesse essere la manifestazione di una geometria sottostante, delineando una concezione del mondo fisico che sarebbe stata ripresa nella relatività generale di Einstein. Come filosofo è particolarmente noto per la sua battaglia contro la «fede cieca» dei pensatori religiosi e per la sua difesa della scienza.
[Dalla quarta di copertina]
«È sempre sbagliato, ovunque e per chiunque, credere a qualcosa in base a evidenze insufficienti». Queste parole riassumono il progetto filosofico di William K. Clifford e la sua critica radicale verso ogni credenza religiosa. Inserendosi da protagonista nell’infuocato dibattito tra scienza e religione dell’Inghilterra vittoriana, il giovane filosofo e matematico articolava con grande finezza e ironia il suo pensiero. Il «dovere della ricerca», nemico di ogni principio di autorità, era per Clifford una condizione necessaria, tanto che per lui esisteva «soltanto una cosa più perversa del desiderio di comandare: la volontà di ubbidire».
Claudio Bartocci e Giulio Giorello presentano qui, per la prima volta in italiano, i tre saggi più importanti e affilati del filosofo-matematico inglese, tanto attuali quanto sorprendenti nella loro chiarezza.
William Kingdon Clifford compì importanti ricerche sulle algebre geometriche che segnarono profondamente i successivi sviluppi della fisica matematica e della geometria. Per altro, ipotizzò che la gravità potesse essere la manifestazione di una geometria sottostante, delineando una concezione del mondo fisico che sarebbe stata ripresa nella relatività generale di Einstein. Come filosofo è particolarmente noto per la sua battaglia contro la «fede cieca» dei pensatori religiosi e per la sua difesa della scienza.
[Dalla quarta di copertina]