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Non son mai stato un fan di Dylan Dog e l'horror non mi è mai piaciuto come genere. Però bisogna dire che questo nuovo corso funziona, tiene il ritmo ed ha una trama interessante. Non fa minimamente paura, ma è intrigante. Colori ottimi sul modello Orfani, ma inferiori allo Speciale Dragonero.
Dilan Dog i ja smo se jednostavno mimoišli u životu, mom stvarnom i njegovom fiktivnom, i upoznali u trenutku kad sam ja već bila previše matora i namćorasta, a on se previše dugo batrgao da bude večiti šmele u svojim očima, kao Kojo u „Anđelima“. (Ako niste provalili: nikako ga ne volem…)Generalno bih ja plivala u divnom trešu belosvetskom i bila sretna kao svinja u blatu, ali pod uslovom da se taj treš ne upinje da bude više od onog što jeste. I pod uslovom da junaci ubedljivo žive u svom („st...
Boje, boje su u nutra :D smjesten u buducnost, sa klonovima DD na svemirskom brodu, masovno posuđujući iz sf/horor filmova, dobro pogođenih boja uspjesno me zabavi od prve do zadnje stranice.
Una storia davvero notevole, che segna nella maniera migliore l'inizio del nuovo corso di Dylan Dog, fondendo un'atmosfera interessante e diversa, rispetto alle tematiche della serie, con i classici meccanismi che la caratterizzano: le scatole cinesi, le domande al posto delle risposte, il Dylan che finalmente fa qualcosa invece di limitarsi ad osservare. E poi c'è il meta fumetto che da sempre affiora nella produzione di Recchioni, qui tenuto a bada e non troppo corrosivo per la storia. Splendi...
Zanimljiva epizoda koja razbija monotoniju u koju je serijal upao.Ocena 4/5Vise na :http://citamostripove.blogspot.rs/201...
Ho letto ed adorato la serie bonelliana di Dylan Dog per anni, da quando uscì per la prima volta nelle edicole italiane quel lontano Ottobre del 1986, segnando in maniera indelebile il fumetto italiano ed accompagnandomi dall'adolescenza all'età adulta per molti anni. Purtroppo già verso il numero 100 la saga cominciava già a perdere qualche colpo: Tiziano Sclavi, creatore del personaggio, iniziava a lasciare spazio ad altri autori non sempre all'altezza (Claudio Chiaverotti in primis non mi ha
Ovviamente, il mese in cui esce il primo numero del nuovo corso della storia di Dylan, io devo aspettare 15 giorni per leggerlo perché il destino mi fa solo passare davanti alle edicole in orari di chiusura, o in orari di apertura ma quando avevo non più di 1.20€ in tasca.Inoltre diciamocelo: sono cresciuta con DD, ho tutti i numeri originali. Nonostante sia la prima a dire che negli ultimi anni le storie belle fossero state poco c'è sempre un po' di timore per i cambiamenti.Questa prima storia
SPOILERStoria decontestualizzata dal classico ambiente d'uso del personaggio che personalmente prendo alla stregua dello spartiacque o, meglio, dell'elseworld che afferma e ribadisce il punto zero editoriale del nostro. Col prossimo si potranno buttare giù le prime considerazioni post-rilancio (quantomeno in ottica di premesse e riuscita d'intenti). In merito alla storia, beh.. Preambolo molto (troppo?) simile al team-up con Nathan Never letto due CF fa con l'innesto di rimandi a Moon/Oblivion (...
Questo albo doveva essere il manifesto programmatico della rifondazione del personaggio e così è stato: il sottotesto editoriale è preponderante. La nave alla deriva è la serie stessa, preda di una crisi non solo creativa ma anche commerciale. A cadenza periodica una scialba copia del Dylan che fu tenta di salvarla, ma fallisce. Una replica non può infatti invertire la rotta proprio perchè è un simulacro del modello originale, di cui riproduce solo gli aspetti superficiali. Troppe storie degli u...
Premessa: non sono mai stato in precedenza un lettore di Dylan Dog, salvo magari un numero o due occasionali, da spiaggia.Ho deciso di provare ad avvicinarmici in occasione dell'inizio della seconda fase della gestione Recchioni, quando cioè cominciano ad arrivare le storie volute dal nuovo boss dell'indagatore dell'incubo.Storie che cominciano con questo numero tutto a colori, proprio di Recchioni.Recchioni che, alla Bonelli, ormai sembra abbonato ai colori. E noi non ce ne lamentiamo.Detto qui...
Storia che tiene e stupisce. Porta DD in un contesto a lui del tutto alieno (il gioco di parole é d'uopo), e lo adatta perfettamente, senza snaturarlo. Recchioni ha quella capacità di mantenere un'ottima scorrevolezza, un'attenzione a mantenere l'interesse senza diventare convoluto. Il risultato non é un capolavoro ma è una storia che si fa leggere con piacere.É una storia che fa da cesura tra due corsi del Dylan nazionale, forse non tra le più adatte a chi non conosce il personaggio. I disegni