Il male è efficace nella creazione di sofferenza e, se saggiamente ed efficacemente attuato, è un modo utile ed efficace per stabilire una posizione dominante su un'altra persona o per sconfiggere il dominio di un'altra persona su se stessi. In termini semplici, la violenza è uno strumento per prendere il potere.
Uno degli aspetti più piacevoli di questo libro, ci auguriamo, è come gli autori utilizzano l'esposizione, i concetti e le storie per illustrare e valorizzare le lezioni di storia e di ricerca. Nel corso dei secoli il dibattito nelle società occidentali, è stato feroce: il fine giustifica i mezzi?
È possibile conseguire qualcosa di buono attraverso azioni malvagie?
Il male non è suscettibile di provocazione quando le persone credono fermamente che il fine non giustifichi i mezzi. Se si valutano i metodi con gli stessi standard elevati con cui si giudicano gli obiettivi e le finalità, il male potrebbe essere tenuto sotto controllo.
Pagina dopo pagina gli autori cercano di imostrare che l'ideologia esige che noi percepiamo il nemico come il male. E questo ci conferisce licenza di odiare.
Reputiamo che le persone malvagie commettano azioni cattive per se stesse.
Inoltre, i "malvagi" sono fondamentalmente diversi da noi e appartengono a una categoria del tutto diversa di essere, quindi abbiamo bisogno di non sentire empatia per loro.
Attraverso un percorso multidisciplinare ed approcci contemporanei gli autori cercano di fornire al lettore una serie di spunti di riflessione su quali siano le origini della mente criminale.
Il male è efficace nella creazione di sofferenza e, se saggiamente ed efficacemente attuato, è un modo utile ed efficace per stabilire una posizione dominante su un'altra persona o per sconfiggere il dominio di un'altra persona su se stessi. In termini semplici, la violenza è uno strumento per prendere il potere.
Uno degli aspetti più piacevoli di questo libro, ci auguriamo, è come gli autori utilizzano l'esposizione, i concetti e le storie per illustrare e valorizzare le lezioni di storia e di ricerca. Nel corso dei secoli il dibattito nelle società occidentali, è stato feroce: il fine giustifica i mezzi?
È possibile conseguire qualcosa di buono attraverso azioni malvagie?
Il male non è suscettibile di provocazione quando le persone credono fermamente che il fine non giustifichi i mezzi. Se si valutano i metodi con gli stessi standard elevati con cui si giudicano gli obiettivi e le finalità, il male potrebbe essere tenuto sotto controllo.
Pagina dopo pagina gli autori cercano di imostrare che l'ideologia esige che noi percepiamo il nemico come il male. E questo ci conferisce licenza di odiare.
Reputiamo che le persone malvagie commettano azioni cattive per se stesse.
Inoltre, i "malvagi" sono fondamentalmente diversi da noi e appartengono a una categoria del tutto diversa di essere, quindi abbiamo bisogno di non sentire empatia per loro.
Attraverso un percorso multidisciplinare ed approcci contemporanei gli autori cercano di fornire al lettore una serie di spunti di riflessione su quali siano le origini della mente criminale.