La terra e i suoi problemi stanno alla base della millenaria vicenda della società medioevale. Dalle prime forme di contatto dell'uomo con il suolo, e dai tipi embrionali di organizzazione sociale e di tecnica agricola dei secoli più antichi, sino alla rinascita e alla prosperità del XVI secolo, una gamma vastissima di esperienze è stata vissuta dalle popolazioni rurali dell'Europa centro - occidentale; e i suoi riflessi si scorgono in ogni aspetto della civiltà medioevale, tipicamente agricola.
L'opera del Grand e del Delatouche traccia un quadro di questa vicenda, volgendo la sua attenzione soprattutto al nesso strettissimo e delicato tra esigenze pratiche della vita rurale e lenta elaborazione degli istituti giuridici in cui la comunità si venne ordinando per fronteggiare quelle esigenze. Realtà tecniche e umane si intrecciano dunque in queste pagine, che danno il senso di una situazione legata a livelli bassissimi di produttività e dotata di difese assai fragili nei confronti di un mondo della natura che tuttora sfugge in parte al dominio dell'uomo; ma forte di una stabilità di istituzioni e di principi, e di una serie di giustificazioni religiose e morali che pongono l'uomo medioevale in singolare contrasto con quello del XX secolo.
Tutto ciò si regge sulla base di un accertamento vastissimo e minuto di dati reperiti nelle fonti più varie, dai documenti giuridici a quelli letterari e tecnici di un'area che copre buona parte dell'Europa medioevale: da cui una ricchezza di notizie sui particolari meno noti della storia agraria del Medioevo per la quale quest'opera ha pochi confronti nella letteratura esistente.
La terra e i suoi problemi stanno alla base della millenaria vicenda della società medioevale. Dalle prime forme di contatto dell'uomo con il suolo, e dai tipi embrionali di organizzazione sociale e di tecnica agricola dei secoli più antichi, sino alla rinascita e alla prosperità del XVI secolo, una gamma vastissima di esperienze è stata vissuta dalle popolazioni rurali dell'Europa centro - occidentale; e i suoi riflessi si scorgono in ogni aspetto della civiltà medioevale, tipicamente agricola.
L'opera del Grand e del Delatouche traccia un quadro di questa vicenda, volgendo la sua attenzione soprattutto al nesso strettissimo e delicato tra esigenze pratiche della vita rurale e lenta elaborazione degli istituti giuridici in cui la comunità si venne ordinando per fronteggiare quelle esigenze. Realtà tecniche e umane si intrecciano dunque in queste pagine, che danno il senso di una situazione legata a livelli bassissimi di produttività e dotata di difese assai fragili nei confronti di un mondo della natura che tuttora sfugge in parte al dominio dell'uomo; ma forte di una stabilità di istituzioni e di principi, e di una serie di giustificazioni religiose e morali che pongono l'uomo medioevale in singolare contrasto con quello del XX secolo.
Tutto ciò si regge sulla base di un accertamento vastissimo e minuto di dati reperiti nelle fonti più varie, dai documenti giuridici a quelli letterari e tecnici di un'area che copre buona parte dell'Europa medioevale: da cui una ricchezza di notizie sui particolari meno noti della storia agraria del Medioevo per la quale quest'opera ha pochi confronti nella letteratura esistente.