In Etica e politica, la cui prima edizione è del 1931, Croce raccolse quattro suoi lavori già apparsi a stampa: Frammenti di etica , Elementi di politica , Aspetti morali della vita politica e Contributo alla critica di me stesso, pubblicato in edizione privata nel 1918. Tutti questi scritti – salvo il Contributo, che è un caso a sé – risalgono dunque al periodo successivo alla prima guerra mondiale, quando il pensiero di Croce sull’etica e sulla politica, anche sotto lo stimolo del fascismo , fu oggetto di una profonda riflessione. Croce non rinnegava in nulla la sua concezione, profondamente laica e moderna, della politica come attività legata alla vita «economica» dello Spirito, ossia al perseguimento di fini e di interessi particolari; ma ne accentuava il rapporto con l’etica, concepita come risolutiva ispiratrice di una tensione che sottrae la politica al rischio di esaurirsi in se stessa, di rimanere chiusa in una sfera autonoma e isolata. Perciò Croce avversava le «false unificazioni» come le «illegittime separazioni» dell’etica e della politica, l’ottuso moralismo come lo spregiudicato machiavellismo. In questa prospettiva egli esaminava i grandi temi dell’esperienza morale e della vita politica . E alla chiarificazione di tali temi si accompagnava quella di problemi storici altrettanto fondamentali: il mutamento di ideali politici in Europa dopo il 1870, la libertà degli antichi e quella dei moderni, il concetto di borghesia. Per queste ragioni, al di là del suo valore di documento, Etica e politica resta un’opera che getta una luce di impressionante chiarezza su questioni dove la confusione da sempre tende a regnare. Ma al tempo stesso si offre come il singolare diario di un grande spirito – anche là dove le pagine si presentano con l’aspetto classico della trattazione organica di un punto di dottrina.
In Etica e politica, la cui prima edizione è del 1931, Croce raccolse quattro suoi lavori già apparsi a stampa: Frammenti di etica , Elementi di politica , Aspetti morali della vita politica e Contributo alla critica di me stesso, pubblicato in edizione privata nel 1918. Tutti questi scritti – salvo il Contributo, che è un caso a sé – risalgono dunque al periodo successivo alla prima guerra mondiale, quando il pensiero di Croce sull’etica e sulla politica, anche sotto lo stimolo del fascismo , fu oggetto di una profonda riflessione. Croce non rinnegava in nulla la sua concezione, profondamente laica e moderna, della politica come attività legata alla vita «economica» dello Spirito, ossia al perseguimento di fini e di interessi particolari; ma ne accentuava il rapporto con l’etica, concepita come risolutiva ispiratrice di una tensione che sottrae la politica al rischio di esaurirsi in se stessa, di rimanere chiusa in una sfera autonoma e isolata. Perciò Croce avversava le «false unificazioni» come le «illegittime separazioni» dell’etica e della politica, l’ottuso moralismo come lo spregiudicato machiavellismo. In questa prospettiva egli esaminava i grandi temi dell’esperienza morale e della vita politica . E alla chiarificazione di tali temi si accompagnava quella di problemi storici altrettanto fondamentali: il mutamento di ideali politici in Europa dopo il 1870, la libertà degli antichi e quella dei moderni, il concetto di borghesia. Per queste ragioni, al di là del suo valore di documento, Etica e politica resta un’opera che getta una luce di impressionante chiarezza su questioni dove la confusione da sempre tende a regnare. Ma al tempo stesso si offre come il singolare diario di un grande spirito – anche là dove le pagine si presentano con l’aspetto classico della trattazione organica di un punto di dottrina.