"Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?": è il grido che Gesù in croce al culmine della sofferenza fisica e spirituale eleva al Padre e sul quale da sempre si sono soffermati teologi ed esegeti interrogandosi sul senso e il significato. L'Autore riprende un suo precedente studio - Il grido di Gesù in croce, una panoramica esegetica e teologica leggendo tale grido in un contesto storico più ampio che include quello che Paolo chiama "lo scandalo della croce": secondo l'Antico Testamento la morte per crocifissione era un segno della maledizione divina. Annunciare come Figlio di Dio e Messia Gesù crocifisso è dunque inevitabilmente "scandalo per i Giudei". Ma tale interpretazione - che il crocifisso fosse un reietto - era ancora valida al tempo di Gesù? E come Paolo "sfrutta" questo scandalo? Nei primi due capitoli Gérard Rossé analizza tale questione.
"Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?": è il grido che Gesù in croce al culmine della sofferenza fisica e spirituale eleva al Padre e sul quale da sempre si sono soffermati teologi ed esegeti interrogandosi sul senso e il significato. L'Autore riprende un suo precedente studio - Il grido di Gesù in croce, una panoramica esegetica e teologica leggendo tale grido in un contesto storico più ampio che include quello che Paolo chiama "lo scandalo della croce": secondo l'Antico Testamento la morte per crocifissione era un segno della maledizione divina. Annunciare come Figlio di Dio e Messia Gesù crocifisso è dunque inevitabilmente "scandalo per i Giudei". Ma tale interpretazione - che il crocifisso fosse un reietto - era ancora valida al tempo di Gesù? E come Paolo "sfrutta" questo scandalo? Nei primi due capitoli Gérard Rossé analizza tale questione.