Per quanto Paul Gauguin sia famoso per le sue avventure polinesiane negli anni della maturità, la sua ricerca del “primitivo” è in realtà un progetto di tutta la vita, finalizzato al raggiungimento di un unico obiettivo: il rinnovamento della figurazione e di tutti i suoi canoni. Folklore bretone, misticismo provenzale, riti danesi dell’età del bronzo: Gauguin insegue l’idea del primitivo in qualsiasi forma lo possa incontrare, intrecciando nelle sue opere le suggestioni di viaggi reali con i ricordi mescolati di letture esotiche, mostre d’arte, riproduzioni di opere extra-europee. Thaiti non ne è che l’ultima incarnazione, in cui arte, visione e stile di vita diventano un incantato tutt’uno. A questo ideale di sintetica semplificazione si devono la progressiva astrazione della forma pittorica, l’assenza di prospettiva e di chiaroscuro, le forme piatte di colore saturo e puro, e le indimenticabili figure di donne tahitiane dai corpi giallo-bruni e dai lucenti capelli corvini. Attraverso una raffinata selezione di oltre ottanta capolavori, il catalogo e la mostra ripercorrono l’intera carriera dell’irrequieto pittore francese, analizzandone l’istanza primitivista come ideologia, come pratica artistica, e infine come eredità, di importanza inestimabile per lo sviluppo di tutta la pittura del Novecento.
Per quanto Paul Gauguin sia famoso per le sue avventure polinesiane negli anni della maturità, la sua ricerca del “primitivo” è in realtà un progetto di tutta la vita, finalizzato al raggiungimento di un unico obiettivo: il rinnovamento della figurazione e di tutti i suoi canoni. Folklore bretone, misticismo provenzale, riti danesi dell’età del bronzo: Gauguin insegue l’idea del primitivo in qualsiasi forma lo possa incontrare, intrecciando nelle sue opere le suggestioni di viaggi reali con i ricordi mescolati di letture esotiche, mostre d’arte, riproduzioni di opere extra-europee. Thaiti non ne è che l’ultima incarnazione, in cui arte, visione e stile di vita diventano un incantato tutt’uno. A questo ideale di sintetica semplificazione si devono la progressiva astrazione della forma pittorica, l’assenza di prospettiva e di chiaroscuro, le forme piatte di colore saturo e puro, e le indimenticabili figure di donne tahitiane dai corpi giallo-bruni e dai lucenti capelli corvini. Attraverso una raffinata selezione di oltre ottanta capolavori, il catalogo e la mostra ripercorrono l’intera carriera dell’irrequieto pittore francese, analizzandone l’istanza primitivista come ideologia, come pratica artistica, e infine come eredità, di importanza inestimabile per lo sviluppo di tutta la pittura del Novecento.