Il video
Con Marco Paolini, sulla scia di Dario Fo, il teatro ricomincia a vivere come immensa piazza popolata di gente. Portato in televisione, su Rai 2, Il racconto del Vajont "buca" lo schermo e impone l'autore. Tre milioni e mezzo di spettatori per uno spettacolo che nemmeno si riesce a classificare, tanto sfugge ai criteri tradizionali. È la ricostruzione appassionata della tragedia che spazzò via dalla faccia della terra cinque paesi: duemila morti in quattro minuti di apocalisse. Ma anche chi vede oggi Vajont in video per la prima volta incontra una delle piú importanti esperienze italiane di spettacolo totale, dove oralità, drammaturgia, passione civile e scrittura prendono forza e senso l'una dall'altra, e niente rimane mai identico a se stesso, in un continuo desiderio di crescita comune e scoperta della verità, individuale e collettiva.
Il libro
Colloquio-intervista in cui Oliviero Ponte di Pino incalza Paolini, il libro è la completa esposizione dell'idea di teatro che sta dietro al racconto del Vajont e a tanti altri spettacoli. Una lunga chiacchierata che prosegue dalla fine degli anni Ottanta, con gli appunti che Marco scrive sui suoi quaderni, una specie di diario di bordo nel quale registra le sue impressioni, scrive i suoi copioni, riporta frammenti di realtà.
«Questo Quaderno del Vajont non offre la ricostruzione della vicenda del Vajont, e non contiene neppure il testo dello spettacolo. Esplora invece il percorso di quello spettacolo dalla parte di chi l'ha fatto e dalla parte di uno spettatore, per cercare di chiarire - anche a noi - alcuni degli elementi che riguardano il teatro e la televisione, ma anche la storia e la società, la memoria e l'identità. Il quaderno attinge a due tipi di materiale che si è sedimentato nel corso degli anni: una serie di conversazioni, sia private sia pubbliche, una lunga chiacchierata che prosegue dalla fine degli anni Ottanta; e poi gli appunti che Marco prende sui suoi quaderni, una specie di diario di bordo nel quale registra le sue impressioni, scrive i suoi copioni, riporta frammenti di realtà...»
Oliviero Ponte di Pino
Language
Italian
Pages
116
Format
Paperback
Release
January 01, 1999
VAJONT 9 Ottobre '63 - Orazione Civile (Libro + DVD)
Il video
Con Marco Paolini, sulla scia di Dario Fo, il teatro ricomincia a vivere come immensa piazza popolata di gente. Portato in televisione, su Rai 2, Il racconto del Vajont "buca" lo schermo e impone l'autore. Tre milioni e mezzo di spettatori per uno spettacolo che nemmeno si riesce a classificare, tanto sfugge ai criteri tradizionali. È la ricostruzione appassionata della tragedia che spazzò via dalla faccia della terra cinque paesi: duemila morti in quattro minuti di apocalisse. Ma anche chi vede oggi Vajont in video per la prima volta incontra una delle piú importanti esperienze italiane di spettacolo totale, dove oralità, drammaturgia, passione civile e scrittura prendono forza e senso l'una dall'altra, e niente rimane mai identico a se stesso, in un continuo desiderio di crescita comune e scoperta della verità, individuale e collettiva.
Il libro
Colloquio-intervista in cui Oliviero Ponte di Pino incalza Paolini, il libro è la completa esposizione dell'idea di teatro che sta dietro al racconto del Vajont e a tanti altri spettacoli. Una lunga chiacchierata che prosegue dalla fine degli anni Ottanta, con gli appunti che Marco scrive sui suoi quaderni, una specie di diario di bordo nel quale registra le sue impressioni, scrive i suoi copioni, riporta frammenti di realtà.
«Questo Quaderno del Vajont non offre la ricostruzione della vicenda del Vajont, e non contiene neppure il testo dello spettacolo. Esplora invece il percorso di quello spettacolo dalla parte di chi l'ha fatto e dalla parte di uno spettatore, per cercare di chiarire - anche a noi - alcuni degli elementi che riguardano il teatro e la televisione, ma anche la storia e la società, la memoria e l'identità. Il quaderno attinge a due tipi di materiale che si è sedimentato nel corso degli anni: una serie di conversazioni, sia private sia pubbliche, una lunga chiacchierata che prosegue dalla fine degli anni Ottanta; e poi gli appunti che Marco prende sui suoi quaderni, una specie di diario di bordo nel quale registra le sue impressioni, scrive i suoi copioni, riporta frammenti di realtà...»
Oliviero Ponte di Pino