Il bullismo è un fenomeno crescente tra i giovanissimi e la sua diffusione preoccupa tutte le Istituzioni. “Bullismo” e “scuola” non sono due termini necessari affiancati: ci sono le nostre strade, gli autobus, gli oratori, il cortile sotto casa, il parco giochi, le caserme, le nuove tecnologie , dove esso si può manifestare.
La scuola e la famiglia hanno però l’obbligo imprescindibile di vigilare sui comportamenti dei loro figli per garantire una società migliore. Questo scritto cercherà di definire, analizzare il fenomeno, fornire suggerimenti utili ed informazioni, al fine di arginare tale fenomeno.
Introduciamo una nuova e ben circostanziata definizione, che tiene conto sia del fenomeno in sè che delle caratteristiche degli attori, della platealità e della ripetitività. Analizziamo gli aspetti della vittimologia del bersaglio di atti di bullismo, le caratteristiche della sua famiglia, della sua psicologia. Si individuano le peculiarità della famiglia del bullo, e le caratteristiche psicologiche del soggetto ed i correlati con il disturbo della condotta e del disturbo antisociale.
Una trattazione a parte merita il cyberbullismo, ossia il fenomeno del tutto recente che vede l'utilizzo dei social per agire la violenza nella stessa modalità del bullismo tradizionale.
Il punto di vista dei genitori, degli insegnanti, degli spettatori, della vittima e del bullo sono analizzati separatamente.
Daremo una inquadramento del fenomeno, oltreché psicologico anche storico, sociale ed antropologico. Il bullismo si manifesta nel non luogo, nei siti di passaggio, nei corridoi, nel percorso tra la casa e la fermata dell'autobus, nel percorso tra la mensa e la classe, pertanto è difficile da individuare, riconoscere ed arginare.
Cercheremo di dare delle indicazioni sul comportamento da tenere e sulle modalità di intervento.
Non si dimentichi che il cyberbullismo, in ambito scolastico, può, alternativamente:
- affiancarsi a condotte di bullismo tradizionale ;
- costituire l’unica forma di vessazione posta in essere nel caso di specie, non necessariamente compiutasi e perfezionatasi all’interno delle mura scolastiche .
Non è corretto affermare che l’evoluzione tecnologica abbia azzerato il bullismo tradizionale in favore del cyberbullismo: basti pensare, a mero titolo esemplificativo, a quel triste e recente caso di cronaca che è il suicidio di Carolina Picchio.
La nuova legge sul cyberbullismo, nata proprio per l’ambito scolastico e per raccogliere il messaggio lasciato –prima di suicidarsi– dalla stessa Carolina Picchio, è positivamente sbilanciata sull’educazione e sulla prevenzione del fenomeno.
Il comportamento del cyberbullo, in ogni caso, spesso trae origine, o comunque è influenzato, da una scarsa conoscenza non solo della normativa applicabile alla navigazione on line e delle regole che disciplinano l’utilizzo dei social media, ma anche del funzionamento e delle caratteristiche stesse dell’Internet. L’inconsapevolezza in ordine a tali nozioni può ben essere ricompresa nella categoria della cyberstupidità, coniata da Prensky.
La l. 71/2017 stabilisce, all’art.
Pages
222
Format
Kindle Edition
IL BULLISMO IN AMBITO SCOLASTICO: Fattori di rischio, vittimologia e prevenzione
Il bullismo è un fenomeno crescente tra i giovanissimi e la sua diffusione preoccupa tutte le Istituzioni. “Bullismo” e “scuola” non sono due termini necessari affiancati: ci sono le nostre strade, gli autobus, gli oratori, il cortile sotto casa, il parco giochi, le caserme, le nuove tecnologie , dove esso si può manifestare.
La scuola e la famiglia hanno però l’obbligo imprescindibile di vigilare sui comportamenti dei loro figli per garantire una società migliore. Questo scritto cercherà di definire, analizzare il fenomeno, fornire suggerimenti utili ed informazioni, al fine di arginare tale fenomeno.
Introduciamo una nuova e ben circostanziata definizione, che tiene conto sia del fenomeno in sè che delle caratteristiche degli attori, della platealità e della ripetitività. Analizziamo gli aspetti della vittimologia del bersaglio di atti di bullismo, le caratteristiche della sua famiglia, della sua psicologia. Si individuano le peculiarità della famiglia del bullo, e le caratteristiche psicologiche del soggetto ed i correlati con il disturbo della condotta e del disturbo antisociale.
Una trattazione a parte merita il cyberbullismo, ossia il fenomeno del tutto recente che vede l'utilizzo dei social per agire la violenza nella stessa modalità del bullismo tradizionale.
Il punto di vista dei genitori, degli insegnanti, degli spettatori, della vittima e del bullo sono analizzati separatamente.
Daremo una inquadramento del fenomeno, oltreché psicologico anche storico, sociale ed antropologico. Il bullismo si manifesta nel non luogo, nei siti di passaggio, nei corridoi, nel percorso tra la casa e la fermata dell'autobus, nel percorso tra la mensa e la classe, pertanto è difficile da individuare, riconoscere ed arginare.
Cercheremo di dare delle indicazioni sul comportamento da tenere e sulle modalità di intervento.
Non si dimentichi che il cyberbullismo, in ambito scolastico, può, alternativamente:
- affiancarsi a condotte di bullismo tradizionale ;
- costituire l’unica forma di vessazione posta in essere nel caso di specie, non necessariamente compiutasi e perfezionatasi all’interno delle mura scolastiche .
Non è corretto affermare che l’evoluzione tecnologica abbia azzerato il bullismo tradizionale in favore del cyberbullismo: basti pensare, a mero titolo esemplificativo, a quel triste e recente caso di cronaca che è il suicidio di Carolina Picchio.
La nuova legge sul cyberbullismo, nata proprio per l’ambito scolastico e per raccogliere il messaggio lasciato –prima di suicidarsi– dalla stessa Carolina Picchio, è positivamente sbilanciata sull’educazione e sulla prevenzione del fenomeno.
Il comportamento del cyberbullo, in ogni caso, spesso trae origine, o comunque è influenzato, da una scarsa conoscenza non solo della normativa applicabile alla navigazione on line e delle regole che disciplinano l’utilizzo dei social media, ma anche del funzionamento e delle caratteristiche stesse dell’Internet. L’inconsapevolezza in ordine a tali nozioni può ben essere ricompresa nella categoria della cyberstupidità, coniata da Prensky.
La l. 71/2017 stabilisce, all’art.