Non si può dire che il moderno sia veramente nato finché Baudelaire non comincia ad annotare le stenografie del suo «cuore messo a nudo». Qui, perduta l’antica cornice del verso, parla solo una lingua dei nervi, ogni riga è un sussulto, un tremore della sensibilità e dell’intelligenza, mescolate senza rimedio. Poe e Joseph de Maistre furono i padrini metafisici di quella lingua, in una accorta commistione di satanico e di celeste. Ogni tasto che Baudelaire sfiora, e fosse anche per produrre il suono più stridente, è qualcosa che continua a toccare noi tutti, «ipocriti lettori», che abbiamo imparato a riconoscere in lui un «fratello». Queste pagine non sono un «diario intimo», che poggi sulla tranquilla convenzione di un Io. Il dandy e il teologo, il poeta assillato dai debiti, il cronista della bêtise, l’allegorista: sono questi i personaggi, tutti interni a Baudelaire, che qui, volta a volta, lanciano i loro «razzi», folgorazioni intermittenti che traversano il cielo fosco della grande città. Sono segnali rapidissimi, ma non si cancellano dalla memoria. Questo è il libro che, oggi come ieri, ogni sedicenne dovrebbe portare in tasca. Aprendolo, vi leggerebbe, per esempio: «Diffidiamo del popolo, del buonsenso, del cuore, dell’ispirazione, e dell’evidenza». Il presente volume contiene i seguenti testi: Razzi; Igiene; Il mio cuore messo a nudo; Elenco di titoli e spunti per romanzi e racconti; Idee ed elenchi di commedie in progetto. Questi testi, fra i quali Razzi è attribuito al periodo 1855-1862 e Il mio cuore messo a nudo al periodo 1859-1866, furono pubblicati postumi, in un’edizione incompleta, da Eugène Crépet, sotto il titolo Journaux intimes, nel 1887. La nostra versione è basata sull’edizione più rigorosa e più recente, curata da Claude Pichois per le Œuvres complètes di Baudelaire nella Bibliothèque de la Pléiade.
Non si può dire che il moderno sia veramente nato finché Baudelaire non comincia ad annotare le stenografie del suo «cuore messo a nudo». Qui, perduta l’antica cornice del verso, parla solo una lingua dei nervi, ogni riga è un sussulto, un tremore della sensibilità e dell’intelligenza, mescolate senza rimedio. Poe e Joseph de Maistre furono i padrini metafisici di quella lingua, in una accorta commistione di satanico e di celeste. Ogni tasto che Baudelaire sfiora, e fosse anche per produrre il suono più stridente, è qualcosa che continua a toccare noi tutti, «ipocriti lettori», che abbiamo imparato a riconoscere in lui un «fratello». Queste pagine non sono un «diario intimo», che poggi sulla tranquilla convenzione di un Io. Il dandy e il teologo, il poeta assillato dai debiti, il cronista della bêtise, l’allegorista: sono questi i personaggi, tutti interni a Baudelaire, che qui, volta a volta, lanciano i loro «razzi», folgorazioni intermittenti che traversano il cielo fosco della grande città. Sono segnali rapidissimi, ma non si cancellano dalla memoria. Questo è il libro che, oggi come ieri, ogni sedicenne dovrebbe portare in tasca. Aprendolo, vi leggerebbe, per esempio: «Diffidiamo del popolo, del buonsenso, del cuore, dell’ispirazione, e dell’evidenza». Il presente volume contiene i seguenti testi: Razzi; Igiene; Il mio cuore messo a nudo; Elenco di titoli e spunti per romanzi e racconti; Idee ed elenchi di commedie in progetto. Questi testi, fra i quali Razzi è attribuito al periodo 1855-1862 e Il mio cuore messo a nudo al periodo 1859-1866, furono pubblicati postumi, in un’edizione incompleta, da Eugène Crépet, sotto il titolo Journaux intimes, nel 1887. La nostra versione è basata sull’edizione più rigorosa e più recente, curata da Claude Pichois per le Œuvres complètes di Baudelaire nella Bibliothèque de la Pléiade.