Voi, Melania, non siete una poetessa dell’incanto ma della composizione. I pensieri e i versi si dispongono come pietre incastonate, l’invenzione è rapida, quasi rappresa, non amate costruire ambientazioni, descrivete poco, mettete sulla pagina come lungo un muro le pietre, o il pane sul tavolo. Versi che son gesti. Apparite già armata della sfacciata forza della poesia. Non importa la biografia, ancor meno la bibliografia. Avete già mille e mille anni, siete stata già tutte le poetesse, tutte le eroine, le figure femminili del mito e della storia. E siete nuovissima. Ragazza stupefacente, che anche nello «strascico di cose rapprese» arriva alla «predisposizione alla cura/ ricerca dell’ala guerriera». Alla vostra integrità della lingua e della potenza immaginativa certo concorre la formazione filologica, la frequentazione con lingue che pur se sgretolate nella storia parlano integralmente all’anima. E quella certa mai del tutto consunta nobiltà – sì permettetemi d’usarla questa parola – non di lignaggio o di schifiltosa vanità, ma dignità intendo di cultura viva che segna la migliore tradizione di poesia napoletana. Ne siete portatrice. Sfacciatamente, e con la soave eleganza che sole possono avere le donne di violentissima anima. Il libro colpisce il lettore in molti modi e molti punti; nelle poesie costruite con forza da questa giovane donna possiamo riconoscerci in tanti. Ovvero tutti coloro che sanno cosa è una nostalgia di integralità e ne conoscono la ferita.
Voi, Melania, non siete una poetessa dell’incanto ma della composizione. I pensieri e i versi si dispongono come pietre incastonate, l’invenzione è rapida, quasi rappresa, non amate costruire ambientazioni, descrivete poco, mettete sulla pagina come lungo un muro le pietre, o il pane sul tavolo. Versi che son gesti. Apparite già armata della sfacciata forza della poesia. Non importa la biografia, ancor meno la bibliografia. Avete già mille e mille anni, siete stata già tutte le poetesse, tutte le eroine, le figure femminili del mito e della storia. E siete nuovissima. Ragazza stupefacente, che anche nello «strascico di cose rapprese» arriva alla «predisposizione alla cura/ ricerca dell’ala guerriera». Alla vostra integrità della lingua e della potenza immaginativa certo concorre la formazione filologica, la frequentazione con lingue che pur se sgretolate nella storia parlano integralmente all’anima. E quella certa mai del tutto consunta nobiltà – sì permettetemi d’usarla questa parola – non di lignaggio o di schifiltosa vanità, ma dignità intendo di cultura viva che segna la migliore tradizione di poesia napoletana. Ne siete portatrice. Sfacciatamente, e con la soave eleganza che sole possono avere le donne di violentissima anima. Il libro colpisce il lettore in molti modi e molti punti; nelle poesie costruite con forza da questa giovane donna possiamo riconoscerci in tanti. Ovvero tutti coloro che sanno cosa è una nostalgia di integralità e ne conoscono la ferita.