"Non è di un altro tempo che qui si parla, ma del nostro: del colore del tempo, in cui una generazione troppo giovane per il '68 e troppo vecchia per il '77 si riconosce infine come la sola generazione bruciata dopo quella di Kerouac". Così i Magazzini Criminali, ultimi capiscuola del nuovo teatro, si sono accostati a "On the Road", il romanzo della beat generation e di un altro sradicamento giovanile. Di Kerouac è colto soprattutto uno stato d'animo d'instabilità e di tensione all'avventura: e ecco con la mediazione di Conrad, Coppola e Burroughs nascere lo sfondo di tramonti tropicali in technicolor, la fuga verso il Sud, una storia d'amore dolce e maledetta, tra gli slogan, le citazioni e gli abbandoni da opera lirica. Lo scenario sono la giungla e il tempio azteco disegnati da Tanino Liberatore, il pulsare continuo e ipnotico delle musiche di Jon Hassell, riuscito amalgama di ritmi dell'Africa nera e di tecnologie occidentali.
Il volume raccoglie la sceneggiatura dello spettacolo presentato in prima mondiale alla Biennale di Venezia, col testo definitivo dei dialoghi e dei movimenti fissati nelle foto coloratissime scena per scena. Una serie di contributi degli autori percorre le diverse stratificazioni della rappresentazione nel suo farsi, ricreando il retroterra concreto e teorico di un modo diverso di fare teatro.
Si assiste quindi al nascere di un testo che, senza rinunciare alla modernità della scrittura, arriva a esprimere - e urlare - tutta la forza dei sentimenti, con l'impudicizia e la radicalità dei giovani, in una danza selvaggia, manifestazione estrema del teatro di poesia.
Con un'introduzione di Franco Quadri e un'appendice di Fernanda Pivano.
"Non è di un altro tempo che qui si parla, ma del nostro: del colore del tempo, in cui una generazione troppo giovane per il '68 e troppo vecchia per il '77 si riconosce infine come la sola generazione bruciata dopo quella di Kerouac". Così i Magazzini Criminali, ultimi capiscuola del nuovo teatro, si sono accostati a "On the Road", il romanzo della beat generation e di un altro sradicamento giovanile. Di Kerouac è colto soprattutto uno stato d'animo d'instabilità e di tensione all'avventura: e ecco con la mediazione di Conrad, Coppola e Burroughs nascere lo sfondo di tramonti tropicali in technicolor, la fuga verso il Sud, una storia d'amore dolce e maledetta, tra gli slogan, le citazioni e gli abbandoni da opera lirica. Lo scenario sono la giungla e il tempio azteco disegnati da Tanino Liberatore, il pulsare continuo e ipnotico delle musiche di Jon Hassell, riuscito amalgama di ritmi dell'Africa nera e di tecnologie occidentali.
Il volume raccoglie la sceneggiatura dello spettacolo presentato in prima mondiale alla Biennale di Venezia, col testo definitivo dei dialoghi e dei movimenti fissati nelle foto coloratissime scena per scena. Una serie di contributi degli autori percorre le diverse stratificazioni della rappresentazione nel suo farsi, ricreando il retroterra concreto e teorico di un modo diverso di fare teatro.
Si assiste quindi al nascere di un testo che, senza rinunciare alla modernità della scrittura, arriva a esprimere - e urlare - tutta la forza dei sentimenti, con l'impudicizia e la radicalità dei giovani, in una danza selvaggia, manifestazione estrema del teatro di poesia.
Con un'introduzione di Franco Quadri e un'appendice di Fernanda Pivano.