Parigi, 20 luglio 2002. Una giovane donna compra «Le Monde» e sale sul treno per La Rochelle. A destinazione l'aspetta il suo compagno, che di mestiere fa lo scrittore.
È stato lui a prenderle il biglietto, è stato lui a chiederle di comprare il giornale: è stato lui a predisporre la trappola, perché proprio quel giorno deve uscire un suo racconto.
La donna si siede nel posto prenotato, apre il giornale. Legge.
E capisce. È una lettera per lei, una lettera così intima da poter finire in mano ai 600 000 lettori di «Le Monde». Ma di che lettera si tratta? «Voglio farti una proposta. A partire da questo momento, tu farai tutto quello che ti dico». E quello che lui dice ha un solo scopo: dare vita a una fantasia erotica, toccare il corpo di lei con la semplice immaginazione. Emmanuel Carrère, però, non ha scritto solo un eccitante divertissement estivo. Facciamo un gioco è un esercizio di ipnosi attraverso lo sguardo di un fantasma. Quello dell'amante che vuole ingannare l'attesa, e finisce per essere ingannato.
Parigi, 20 luglio 2002. Una giovane donna compra «Le Monde» e sale sul treno per La Rochelle. A destinazione l'aspetta il suo compagno, che di mestiere fa lo scrittore.
È stato lui a prenderle il biglietto, è stato lui a chiederle di comprare il giornale: è stato lui a predisporre la trappola, perché proprio quel giorno deve uscire un suo racconto.
La donna si siede nel posto prenotato, apre il giornale. Legge.
E capisce. È una lettera per lei, una lettera così intima da poter finire in mano ai 600 000 lettori di «Le Monde». Ma di che lettera si tratta? «Voglio farti una proposta. A partire da questo momento, tu farai tutto quello che ti dico». E quello che lui dice ha un solo scopo: dare vita a una fantasia erotica, toccare il corpo di lei con la semplice immaginazione. Emmanuel Carrère, però, non ha scritto solo un eccitante divertissement estivo. Facciamo un gioco è un esercizio di ipnosi attraverso lo sguardo di un fantasma. Quello dell'amante che vuole ingannare l'attesa, e finisce per essere ingannato.