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Scritti economici, storici e civili

Scritti economici, storici e civili

Luigi Einaudi
5/5 ( ratings)
Prefazione / Introduzione
Dalla prefazione di Ruggiero Romano

Luigi Einaudi. Un nome. Ma più che un nome: oltre cinquant'anni della vita politica italiana, della vita scientifica internazionale, dell'esempio del vivere. La sua immensa bibliografia costituisce testimonianza di un'operosità esemplare e riprova, appunto, l'enorme estensione dell'arco dei suoi interessi.
Compito di una raccolta di sue opere deve, dun-que, essere quello di rimettere e quell'operosità e quel-la molteplicità d'interessi. È quanto ho procurato di fare nella scelta che è qui presentata e dei cui criteri mi sembra doveroso rendere subito conto al lettore. Infatti, l'approccio migliore per giungere ad una presen-tazione dell'opera e della figura di Luigi Einaudi e quello diretto, che consiste nell'indicare fin dall'inizio i principi che mi hanno condotto a costruire una certa - e non altra - scelta delle opere di L. Einaudi.
Il lettore vedrà che la partizione delle pagine che seguono è triplice: I) Tra economia...; II) ...e storia;
III) II cittadino.
È sembrato infatti che intorno a questi tre temi mol-to più e meglio che intorno ad altri si potesse raggruppare un nucleo di scritti di Luigi Einaudi, in mo-do da offrirne un ritratto fedele e - nell'ammirazione che gli va tributata - un omaggio equilibrato e critico. La " monumentalistica" è sempre da evitare - sia pur nell'omaggio -, e tanto più da evitare nel caso di Luigi Einaudi il quale, per quanto ciò possa sembrare paradossale, non è stato biografato che una sola volta e proprio nel modo più "monumentalistico" possibile.
Questo deliberato proposito di semplicità mi ha con-dotto, per quel che è dell'Einaudi economista, ad acco-gliere in questa scelta il volume Miti e paradossi del-la giustizia tributaria perché in esso - in modo più esplicito e meno tecnicamente complesso che in altri vengono espresse le due idee guide dell'opera dell'Einaudi: da un lato, la differenza tra reddito guadagnato e reddito consumato che fa di lui, ancor oggi, uno stu-dioso con cui i migliori economisti del mondo deb-bono fare i conti;1 dall'altro, le considerazioni sui pro-blemi della catasticazione e dell'imposta sulla terra. Certo, per questi due aspetti fondamentali trattati dall'Einaudi in modo magistrale, più conveniente sarebbe stato riproporre il classico La terra e l'imposta3 ed i Saggi sul risparmio e l'imposta.4 Troppo grandi per mole; con pesanti pagine di tipo strettamente tecni-co che nulla o poco apporterebbero al lettore non professionisticamente coinvolto in questi problemi; con parti vincolate a situazioni giuridiche ormai superate e che hanno perso ogni forza polemica e perfino di studio, si è preferito - ripeto - prescegliere quest'o-pera - Miti e paradossi della giustizia tributaria - che delle due precitate offre il meglio. Il lettore, proprio, non ha da sentirsi defraudato in alcun modo.
Altre pagine, certo, in questa prima parte dedicata all'economia, avrebbero potuto essere consacrate ad al-tri punti della vasta tematica economica trattata dall'Einaudi nel corso della sua lunga vita di studioso. Ma, molte delle pagine dell'Einaudi fanno parte di quel ch'è irrimediabilmente " morto" del suo pensie-ro: in particolare il troppo famoso trattato di scienze delle finanze che lo stesso Einaudi, del resto, ha sem-pre guardato con compiacimento: a conferma, le let-tere a benvenuto Griziotti tra le quali, in partico-lare, quella del 19 settembre 1909, in cui osservava come " purtroppo nella scienza delle finanze i concetti precisi sono così poco di moda, che qualunque ricerca al riguardo si può dir manchi. Cosa si può trovare di più antiscientifico delle chiacchiere sullo Stato, sue fun-zioni, sulla giustizia tributaria ecc. ecc., che compon-gono i trattati di S[cienza] d[elle] F [inanze]? Per inerzia mentale e per il preconcetto, che è potentissimo negli studenti, di volere un corso completo, gene-rale, un sunto utile per i concorsi, io mi sono ridotto a fare delle lezioni [allusione alle sue Lezioni di scienza delle finanze e diritto finanziario, Torino, 1905, che co-stituiscono il nucleo dei successivi corsi universitari del 1908, del 1911, fino al Corso di Scienza delle Fi-nanze del 1914] che, più o meno, riproducono le cose che sono scritte nei soliti trattati, salvo un po' più di diritto positivo. Ma le confesso che, mentre le faccio, quelle lezioni mi fanno venire il vomito; perché mi paiono tutto fuorché un corpo di principii scientifici rigorosi".
Language
Italian
Pages
1010
Format
Hardcover
Publisher
Mondadori
Release
October 01, 1973

Scritti economici, storici e civili

Luigi Einaudi
5/5 ( ratings)
Prefazione / Introduzione
Dalla prefazione di Ruggiero Romano

Luigi Einaudi. Un nome. Ma più che un nome: oltre cinquant'anni della vita politica italiana, della vita scientifica internazionale, dell'esempio del vivere. La sua immensa bibliografia costituisce testimonianza di un'operosità esemplare e riprova, appunto, l'enorme estensione dell'arco dei suoi interessi.
Compito di una raccolta di sue opere deve, dun-que, essere quello di rimettere e quell'operosità e quel-la molteplicità d'interessi. È quanto ho procurato di fare nella scelta che è qui presentata e dei cui criteri mi sembra doveroso rendere subito conto al lettore. Infatti, l'approccio migliore per giungere ad una presen-tazione dell'opera e della figura di Luigi Einaudi e quello diretto, che consiste nell'indicare fin dall'inizio i principi che mi hanno condotto a costruire una certa - e non altra - scelta delle opere di L. Einaudi.
Il lettore vedrà che la partizione delle pagine che seguono è triplice: I) Tra economia...; II) ...e storia;
III) II cittadino.
È sembrato infatti che intorno a questi tre temi mol-to più e meglio che intorno ad altri si potesse raggruppare un nucleo di scritti di Luigi Einaudi, in mo-do da offrirne un ritratto fedele e - nell'ammirazione che gli va tributata - un omaggio equilibrato e critico. La " monumentalistica" è sempre da evitare - sia pur nell'omaggio -, e tanto più da evitare nel caso di Luigi Einaudi il quale, per quanto ciò possa sembrare paradossale, non è stato biografato che una sola volta e proprio nel modo più "monumentalistico" possibile.
Questo deliberato proposito di semplicità mi ha con-dotto, per quel che è dell'Einaudi economista, ad acco-gliere in questa scelta il volume Miti e paradossi del-la giustizia tributaria perché in esso - in modo più esplicito e meno tecnicamente complesso che in altri vengono espresse le due idee guide dell'opera dell'Einaudi: da un lato, la differenza tra reddito guadagnato e reddito consumato che fa di lui, ancor oggi, uno stu-dioso con cui i migliori economisti del mondo deb-bono fare i conti;1 dall'altro, le considerazioni sui pro-blemi della catasticazione e dell'imposta sulla terra. Certo, per questi due aspetti fondamentali trattati dall'Einaudi in modo magistrale, più conveniente sarebbe stato riproporre il classico La terra e l'imposta3 ed i Saggi sul risparmio e l'imposta.4 Troppo grandi per mole; con pesanti pagine di tipo strettamente tecni-co che nulla o poco apporterebbero al lettore non professionisticamente coinvolto in questi problemi; con parti vincolate a situazioni giuridiche ormai superate e che hanno perso ogni forza polemica e perfino di studio, si è preferito - ripeto - prescegliere quest'o-pera - Miti e paradossi della giustizia tributaria - che delle due precitate offre il meglio. Il lettore, proprio, non ha da sentirsi defraudato in alcun modo.
Altre pagine, certo, in questa prima parte dedicata all'economia, avrebbero potuto essere consacrate ad al-tri punti della vasta tematica economica trattata dall'Einaudi nel corso della sua lunga vita di studioso. Ma, molte delle pagine dell'Einaudi fanno parte di quel ch'è irrimediabilmente " morto" del suo pensie-ro: in particolare il troppo famoso trattato di scienze delle finanze che lo stesso Einaudi, del resto, ha sem-pre guardato con compiacimento: a conferma, le let-tere a benvenuto Griziotti tra le quali, in partico-lare, quella del 19 settembre 1909, in cui osservava come " purtroppo nella scienza delle finanze i concetti precisi sono così poco di moda, che qualunque ricerca al riguardo si può dir manchi. Cosa si può trovare di più antiscientifico delle chiacchiere sullo Stato, sue fun-zioni, sulla giustizia tributaria ecc. ecc., che compon-gono i trattati di S[cienza] d[elle] F [inanze]? Per inerzia mentale e per il preconcetto, che è potentissimo negli studenti, di volere un corso completo, gene-rale, un sunto utile per i concorsi, io mi sono ridotto a fare delle lezioni [allusione alle sue Lezioni di scienza delle finanze e diritto finanziario, Torino, 1905, che co-stituiscono il nucleo dei successivi corsi universitari del 1908, del 1911, fino al Corso di Scienza delle Fi-nanze del 1914] che, più o meno, riproducono le cose che sono scritte nei soliti trattati, salvo un po' più di diritto positivo. Ma le confesso che, mentre le faccio, quelle lezioni mi fanno venire il vomito; perché mi paiono tutto fuorché un corpo di principii scientifici rigorosi".
Language
Italian
Pages
1010
Format
Hardcover
Publisher
Mondadori
Release
October 01, 1973

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