In cinque saggi di autori diversi - tra i più qualificati nei rispettivi campi - questo volume intende disegnare una mappa della musica contemporanea in Italia seguendo il suo percorso lungo gli ultimi trent'anni di storia culturale e sociale.
Alessandro Portelli, in "Elvis Presley è una tigre di carta ", considera, attraverso i tempi e i modi dell'importazione e della diffusione, delle fortune e delle disgrazie del rock negli Stati Uniti e in Italia, uno dei principali canali di penetrazione della cultura nordamericana tra le masse giovanili del nostro paese.
Gino Castaldo, in "Motivi e ragioni per un jazz italiano", illustra le alterne vicissitudini di questa musica, dalle prime audizioni semiclandestine del dopoguerra, al lungo purgatorio degli anni '50, fino alla ripresa e al coraggioso rinnovamento delle ultime stagioni.
Giaime Pintor, in "Il pop: i tempi e i luoghi di una moda", parla delle connessioni tra questo genere e la condizione giovanile, coi suoi bisogni, la sua cultura, la sua volontà di mutamento.
Michele L. Straniero, in "La musica leggera e il mito del successo. Ovvero, canta che ti passa", segue i mutamenti e gli aggiustamenti della canzone d'evasione, lungo gli anni, nella sua manifestazione più simbolica: il Festival di Sanremo, come luogo di produzione di ideologia e di cultura dominanti.
Diego Carpitella, in "Le false ideologie sul folclore musicale", analizza le vicende della musica popolare e della sua ideologia, le varie interpretazioni che di essa sono state date, i molti usi che ne sono stati fatti, sottoponendo a critica gli stessi concetti di 'popolare' e 'folclorico'.
Language
Italian
Pages
239
Format
Paperback
Publisher
Savelli
Release
January 01, 1978
La musica in Italia. L'ideologia, la cultura, le vicende del jazz, del rock, del pop, della canzonetta, della musica popolare dal dopoguerra ad oggi
In cinque saggi di autori diversi - tra i più qualificati nei rispettivi campi - questo volume intende disegnare una mappa della musica contemporanea in Italia seguendo il suo percorso lungo gli ultimi trent'anni di storia culturale e sociale.
Alessandro Portelli, in "Elvis Presley è una tigre di carta ", considera, attraverso i tempi e i modi dell'importazione e della diffusione, delle fortune e delle disgrazie del rock negli Stati Uniti e in Italia, uno dei principali canali di penetrazione della cultura nordamericana tra le masse giovanili del nostro paese.
Gino Castaldo, in "Motivi e ragioni per un jazz italiano", illustra le alterne vicissitudini di questa musica, dalle prime audizioni semiclandestine del dopoguerra, al lungo purgatorio degli anni '50, fino alla ripresa e al coraggioso rinnovamento delle ultime stagioni.
Giaime Pintor, in "Il pop: i tempi e i luoghi di una moda", parla delle connessioni tra questo genere e la condizione giovanile, coi suoi bisogni, la sua cultura, la sua volontà di mutamento.
Michele L. Straniero, in "La musica leggera e il mito del successo. Ovvero, canta che ti passa", segue i mutamenti e gli aggiustamenti della canzone d'evasione, lungo gli anni, nella sua manifestazione più simbolica: il Festival di Sanremo, come luogo di produzione di ideologia e di cultura dominanti.
Diego Carpitella, in "Le false ideologie sul folclore musicale", analizza le vicende della musica popolare e della sua ideologia, le varie interpretazioni che di essa sono state date, i molti usi che ne sono stati fatti, sottoponendo a critica gli stessi concetti di 'popolare' e 'folclorico'.