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Facciamo che io erofacciamo che io erofacciamo che io eroquanto mi hanno sempre affascinato e messo in crisi queste semplici quattro parole messe una dietro l'altra in quell'ordine. E ritrovarmele là¬, sulle pagine di questo libro, mi han provocato una dolorosa aritmia e una valanga di finali affastellati - figlio unico/salito su quel treno/stato in grado di fare quello che non ho mai fatto/nato mille anni fa/condottiero/nelle barricate nel '77/poeta/buffone di corte. Caotico, problematico, inco...
Primo libro che leggo di questo autore e non è stato un buon approccio. Il romanzo mi è sembrato un'accozzaglia di pensieri, riflessioni, momenti, flash del passato, cercando punti in comune con il lettore, ma senza una reale direzione verso cui muoversi né un messaggio chiaro da far passare. Molti, poi, gli elenchi inseriti nel testo, che personalmente non amo durante la lettura. Alcuni concetti sarebbero anche risultati interessanti, se non fossero stati ripetuti mille volte, tanto da apparire...
Nel mezzo si perde...
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”
“...sente, con la potenza dell’ultima spinta, che lui non le appartiene più.”