Eletto il 13 marzo 2013, primo papa sudamericano e gesuita, primo a trovarsi a convivere con un papa emerito e primo a scegliere per sé il nome di Francesco, Jorge Mario Bergoglio, pontefice numero 266 nella storia della Chiesa cattolica, ha subito guadagnato presso la cultura progressista e laicista profonda simpatia. Sono piaciuti il suo presentarsi all’insegna dell’umiltà, della semplicità e della povertà, le sue sferzate a preti e vescovi, la sua proposta di Chiesa “ospedale da campo”, la richiesta, rivolta ai pastori, di portare addosso “l’odore delle pecore”, l’insofferenza verso l’economia di mercato. Nello stesso tempo, tuttavia, proprio questa linea, esplicitata soprattutto nella Amoris laetitia sull’amore nella famiglia e sfociata nella richiesta di giudicare non sulla base di principî generali ma caso per caso, ha suscitato perplessità crescenti. Proprio la lettura di Amoris laetitia legittima una domanda: che cosa sta più a cuore alla cosiddetta “Chiesa di Francesco”? La salvezza dell’anima o il benessere psicologico ed emotivo delle persone? E infine il grande problema della mancata denuncia delle radici religiose dell’estremismo islamista, che, insieme all’abbraccio con il patriarca di Mosca Kirill, ci mette di fronte a una Realpolitik a sua volta fonte di domande e perplessità.
Eletto il 13 marzo 2013, primo papa sudamericano e gesuita, primo a trovarsi a convivere con un papa emerito e primo a scegliere per sé il nome di Francesco, Jorge Mario Bergoglio, pontefice numero 266 nella storia della Chiesa cattolica, ha subito guadagnato presso la cultura progressista e laicista profonda simpatia. Sono piaciuti il suo presentarsi all’insegna dell’umiltà, della semplicità e della povertà, le sue sferzate a preti e vescovi, la sua proposta di Chiesa “ospedale da campo”, la richiesta, rivolta ai pastori, di portare addosso “l’odore delle pecore”, l’insofferenza verso l’economia di mercato. Nello stesso tempo, tuttavia, proprio questa linea, esplicitata soprattutto nella Amoris laetitia sull’amore nella famiglia e sfociata nella richiesta di giudicare non sulla base di principî generali ma caso per caso, ha suscitato perplessità crescenti. Proprio la lettura di Amoris laetitia legittima una domanda: che cosa sta più a cuore alla cosiddetta “Chiesa di Francesco”? La salvezza dell’anima o il benessere psicologico ed emotivo delle persone? E infine il grande problema della mancata denuncia delle radici religiose dell’estremismo islamista, che, insieme all’abbraccio con il patriarca di Mosca Kirill, ci mette di fronte a una Realpolitik a sua volta fonte di domande e perplessità.