"Perché nell'insidia della soglia? Perché parecchi anni della mia vita furono occupati dal compito di ridare esistenza a una grande casa in Provenza -un monastero con un'antica chiesa, stalle, granai, ma soprattutto rovine- che in quel suo luogo straordinario sarabbe potuta essere -immaginavo- la soglia del paese in cui vivere, il portico della "vera vita". Ma in seguito le difficoltà andarono crescendo, sia quelle interiori sia quelle materiali, e finirono per rendere irrealizzabile l'impresa. Ne ricavai, tuttavia, una lezione. Se le soglie sono illusioni, "insidie", anche le insidie possono diventare occasioni per una riflessione più lucida. E quindi, a loro volta, possono diventare soglie attraverso le quali accedere alla verità nel proprio rapporto con se stessi: là dove l'essere nasce dal non avere. Il libro tenta di fare questa esperienza che è anche una mise en question della scrittura, spazio di tutte le insidie; tende verso quelle parole che rinunciano a imporre i loro sogni e che possono anzi, nella dissipazione di questi sogni, consentirci una luce nuova". Yves Bonnefoy.
"Perché nell'insidia della soglia? Perché parecchi anni della mia vita furono occupati dal compito di ridare esistenza a una grande casa in Provenza -un monastero con un'antica chiesa, stalle, granai, ma soprattutto rovine- che in quel suo luogo straordinario sarabbe potuta essere -immaginavo- la soglia del paese in cui vivere, il portico della "vera vita". Ma in seguito le difficoltà andarono crescendo, sia quelle interiori sia quelle materiali, e finirono per rendere irrealizzabile l'impresa. Ne ricavai, tuttavia, una lezione. Se le soglie sono illusioni, "insidie", anche le insidie possono diventare occasioni per una riflessione più lucida. E quindi, a loro volta, possono diventare soglie attraverso le quali accedere alla verità nel proprio rapporto con se stessi: là dove l'essere nasce dal non avere. Il libro tenta di fare questa esperienza che è anche una mise en question della scrittura, spazio di tutte le insidie; tende verso quelle parole che rinunciano a imporre i loro sogni e che possono anzi, nella dissipazione di questi sogni, consentirci una luce nuova". Yves Bonnefoy.