Un testo teatrale in atto unico a due voci. Una storia d'arte e d'amore. L'azione si svolge nell'ultimo giorno di vita di Michelangelo. Il testo è corredato da una postfazione dell'Autrice sulla vita di Michelangelo e sul suo incontro con Vittoria Colonna.
Dalle parole dell' «Quando la vita sta finendo nasce l’urgenza di ricordare, di raccontarsi, come se le parole donassero concretezza ad un’esistenza evanescente. I pensieri diventano all’improvviso profondamente veri; i sentimenti si spogliano degli inutili veli del “non detto” indossati fino a quel momento.
È qui che nasce il mio testo, è qui che si apre il sugli ultimi momenti di vita di Michelangelo Buonarroti. L’ho fatto parlare di sé nella sua ultima vecchiaia, inevitabilmente investito da sciami di ricordi e di brucianti sentimenti.
Sono entrata con lui nella casa romana di Macel de’ Corvi, che oggi non esiste più.
In quella casa modesta e spoglia e pur ricca di tutta la bellezza che Michelangelo ha sempre espresso; in quella casa ormai solo immaginaria, eppure viva come vivo è Michelangelo nella memoria collettiva, io l’ho “sentito” e ho scritto ciò che, secondo me, aveva da dire, cercando, nel dargli parola, la musicalità e il lirismo della sua epoca, in modo da non strapparlo al suo tempo e al suo modo di esprimersi, sempre attento com’era alla poesia della vita.
Lui è lì, di fronte alla Pietà Rondanini, fulgido esempio del suo “non finito”; è lì, con l’anima arsa dal fuoco del vero amore, quello per Vittoria Colonna. È a Roma; la Roma del Cinquecento».
Language
Italian
Pages
106
Format
Paperback
Release
May 03, 2022
ISBN 13
9798817246100
Fuoco sublime: Michelagnolo e Vittoria (Italian Edition)
Un testo teatrale in atto unico a due voci. Una storia d'arte e d'amore. L'azione si svolge nell'ultimo giorno di vita di Michelangelo. Il testo è corredato da una postfazione dell'Autrice sulla vita di Michelangelo e sul suo incontro con Vittoria Colonna.
Dalle parole dell' «Quando la vita sta finendo nasce l’urgenza di ricordare, di raccontarsi, come se le parole donassero concretezza ad un’esistenza evanescente. I pensieri diventano all’improvviso profondamente veri; i sentimenti si spogliano degli inutili veli del “non detto” indossati fino a quel momento.
È qui che nasce il mio testo, è qui che si apre il sugli ultimi momenti di vita di Michelangelo Buonarroti. L’ho fatto parlare di sé nella sua ultima vecchiaia, inevitabilmente investito da sciami di ricordi e di brucianti sentimenti.
Sono entrata con lui nella casa romana di Macel de’ Corvi, che oggi non esiste più.
In quella casa modesta e spoglia e pur ricca di tutta la bellezza che Michelangelo ha sempre espresso; in quella casa ormai solo immaginaria, eppure viva come vivo è Michelangelo nella memoria collettiva, io l’ho “sentito” e ho scritto ciò che, secondo me, aveva da dire, cercando, nel dargli parola, la musicalità e il lirismo della sua epoca, in modo da non strapparlo al suo tempo e al suo modo di esprimersi, sempre attento com’era alla poesia della vita.
Lui è lì, di fronte alla Pietà Rondanini, fulgido esempio del suo “non finito”; è lì, con l’anima arsa dal fuoco del vero amore, quello per Vittoria Colonna. È a Roma; la Roma del Cinquecento».