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Le api e i ragni: La disputa degli Antichi e dei Moderni

Le api e i ragni: La disputa degli Antichi e dei Moderni

Massimo Scotti
4/5 ( ratings)
Sarà Jonathan Swift a creare «l’emblema più completo e più inesauribile» di quella che è passata alla storia come la disputa degli Antichi e dei Moderni: i primi – fa dire a Esopo nel suo La battaglia dei libri – sono come l’ape, che trae dalla natura il miele che fabbrica; laddove i secondi, alla maniera del ragno, attingono ai loro stessi escrementi di che filare la propria scienza. Ecco dunque la modernità svelarsi come atrofia della memoria, negazione di ogni retaggio, funesta e narcisistica sterilità. Ma la polemica era cominciata ben prima, nell’Italia dei primi anni del Seicento, e sotto il regno di Luigi XIV aveva improntato di sé la vita della Repubblica delle Lettere per tutto l’ultimo ventennio del secolo – un ventennio al tempo stesso turbolento e fecondo. Di questa polemica Marc Fumaroli, grande storico ma anche arguto chroniqueur, traccia, con un piglio che nulla ha a che vedere con l’astratta aridità della cosiddetta storia delle idee, un’immagine viva e riccamente articolata, dando conto non soltanto del dibattito culturale intorno alla lingua, la poesia, il teatro, la scienza, l’arte, la musica, ma anche dei complessi legami che s’intrecciavano fra i letterati di entrambi i partiti, fra questi e la società mondana del tempo, fra questi e il potere politico . Fumaroli non si limita a registrare il successo clamoroso ed effimero a cui si condannano i Moderni, ma ci mostra come, ben oltre i limiti cronologici che le vengono normalmente assegnati, la questione del rapporto che il Moderno ha con il passato continui a essere, ancora oggi, urgente e aggrovigliata.
Language
Italian
Pages
267
Format
Paperback
Release
January 01, 2001
ISBN 13
9788845919589

Le api e i ragni: La disputa degli Antichi e dei Moderni

Massimo Scotti
4/5 ( ratings)
Sarà Jonathan Swift a creare «l’emblema più completo e più inesauribile» di quella che è passata alla storia come la disputa degli Antichi e dei Moderni: i primi – fa dire a Esopo nel suo La battaglia dei libri – sono come l’ape, che trae dalla natura il miele che fabbrica; laddove i secondi, alla maniera del ragno, attingono ai loro stessi escrementi di che filare la propria scienza. Ecco dunque la modernità svelarsi come atrofia della memoria, negazione di ogni retaggio, funesta e narcisistica sterilità. Ma la polemica era cominciata ben prima, nell’Italia dei primi anni del Seicento, e sotto il regno di Luigi XIV aveva improntato di sé la vita della Repubblica delle Lettere per tutto l’ultimo ventennio del secolo – un ventennio al tempo stesso turbolento e fecondo. Di questa polemica Marc Fumaroli, grande storico ma anche arguto chroniqueur, traccia, con un piglio che nulla ha a che vedere con l’astratta aridità della cosiddetta storia delle idee, un’immagine viva e riccamente articolata, dando conto non soltanto del dibattito culturale intorno alla lingua, la poesia, il teatro, la scienza, l’arte, la musica, ma anche dei complessi legami che s’intrecciavano fra i letterati di entrambi i partiti, fra questi e la società mondana del tempo, fra questi e il potere politico . Fumaroli non si limita a registrare il successo clamoroso ed effimero a cui si condannano i Moderni, ma ci mostra come, ben oltre i limiti cronologici che le vengono normalmente assegnati, la questione del rapporto che il Moderno ha con il passato continui a essere, ancora oggi, urgente e aggrovigliata.
Language
Italian
Pages
267
Format
Paperback
Release
January 01, 2001
ISBN 13
9788845919589

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