Un progetto politico che contiene le istruzioni per affrontare una difficile transizione e restituire al Paese un vero patto sociale: manifesto, trasparente, plausibile, sostenibile e rappresentativo. Che abbia a cuore chi rischia, chi soffre e si espone di più. Che dia finalmente diritti a chi da questo patto è escluso. Che non conduca al suo rifiuto, che non sia devastato dalle contraddizioni che lo minano alla base. Che ci faccia vivere nella Repubblica e condividerne le opportunità. Bisogna cogliere l’urgenza di questa transizione per saper preparare un futuro migliore, a cui dedicare i propri sforzi e l’iniziativa di ciascuno fin da ora.
Enea vide per la prima volta la nostra costa da fuggiasco, migrante, alla ricerca di nuove terre, accompagnato dal padre e dal figlio, portando con sé i propri valori e le proprie credenze: salutò l’«umile Italia» e non fu, nemmeno per lui, un arrivo facile.
L’«umile Italia» è al centro della riflessione di Giuseppe Civati, deputato e segretario di Possibile, uno dei movimenti più innovativi della politica italiana.
In queste pagine discute di sinistra , di vocazione del nostro Paese, dell’urgenza di partire dalle cose fondamentali: la questione del diluvio che ci attende, se non interverremo presto, anzi subito; le disuguaglianze che crescono; una politica che promuova la ricerca perché è ricerca essa stessa; le tasse che i grandi gruppi multinazionali nemmeno pagano; l'enorme questione dell'automazione robotica e dell’intelligenza artificiale, strettamente collegata ai big data.
All’insegna di una linea politica coerente, che si sottrae al trasformismo e al confronto superficiale tra grandi blocchi politici senza progetti, Civati propone una strada più semplice, fatta di progetti di governo maturi e precisi, della mobilitazione dei cittadini, di strumenti per la partecipazione che diano nuovo slancio alla democrazia della nostra comunità e con essa alla sua vocazione.
Una campagna culturale prima che politica ed elettorale, fatta di radicalità e però di misura, di progressività in tutte le accezioni del termine, di un’Europa che esiste solo in quanto progetto di riforma sociale, com’era su un’isola non lontana dall’approdo di Enea, Ventotene. E di laicità, di diritti e di femminismo, anche.
Un manifesto per gli elettori di oggi ma soprattutto per quelli di domani, a cui Civati si rivolge fin da ora, convinto che la politica si risolva in questo: in un progetto di lungo periodo.
Giuseppe Civati è nato a Monza nel 1975. Deputato dal 2013, nello stesso anno ha partecipato alle primarie per la segreteria del Partito democratico, che abbandonerà nel 2015 a causa del perdurare della strategia delle larghe intese e delle politiche in netto contrasto col mandato elettorale ricevuto. Fondatore di Possibile, ne diviene segretario a inizio 2016. Dottore di ricerca in Filosofia, è autore di numerosi libri, tra i quali Cannabis, Qualcuno ci giudicherà, Il trasformista, 10 cose buone per l’Italia che la sinistra deve fare subito. Per Imprimatur ha pubblicato La condizione necessaria.
Stefano Catone è nato a Gallarate nel 1986. Laureato in Relazioni Internazionali, con perfezionamento in gestione dell'immigrazione e dell'asilo, ha scritto e curato le pubblicazioni Nessun Paese è un'isola. Migrazioni, accoglienza e il futuro dell'Italia e Expo della dignità. Cura le pubblicazioni su Possibile.com e ha collaborato con «Left», Radio 24 e il Parlamento europeo.
Un progetto politico che contiene le istruzioni per affrontare una difficile transizione e restituire al Paese un vero patto sociale: manifesto, trasparente, plausibile, sostenibile e rappresentativo. Che abbia a cuore chi rischia, chi soffre e si espone di più. Che dia finalmente diritti a chi da questo patto è escluso. Che non conduca al suo rifiuto, che non sia devastato dalle contraddizioni che lo minano alla base. Che ci faccia vivere nella Repubblica e condividerne le opportunità. Bisogna cogliere l’urgenza di questa transizione per saper preparare un futuro migliore, a cui dedicare i propri sforzi e l’iniziativa di ciascuno fin da ora.
Enea vide per la prima volta la nostra costa da fuggiasco, migrante, alla ricerca di nuove terre, accompagnato dal padre e dal figlio, portando con sé i propri valori e le proprie credenze: salutò l’«umile Italia» e non fu, nemmeno per lui, un arrivo facile.
L’«umile Italia» è al centro della riflessione di Giuseppe Civati, deputato e segretario di Possibile, uno dei movimenti più innovativi della politica italiana.
In queste pagine discute di sinistra , di vocazione del nostro Paese, dell’urgenza di partire dalle cose fondamentali: la questione del diluvio che ci attende, se non interverremo presto, anzi subito; le disuguaglianze che crescono; una politica che promuova la ricerca perché è ricerca essa stessa; le tasse che i grandi gruppi multinazionali nemmeno pagano; l'enorme questione dell'automazione robotica e dell’intelligenza artificiale, strettamente collegata ai big data.
All’insegna di una linea politica coerente, che si sottrae al trasformismo e al confronto superficiale tra grandi blocchi politici senza progetti, Civati propone una strada più semplice, fatta di progetti di governo maturi e precisi, della mobilitazione dei cittadini, di strumenti per la partecipazione che diano nuovo slancio alla democrazia della nostra comunità e con essa alla sua vocazione.
Una campagna culturale prima che politica ed elettorale, fatta di radicalità e però di misura, di progressività in tutte le accezioni del termine, di un’Europa che esiste solo in quanto progetto di riforma sociale, com’era su un’isola non lontana dall’approdo di Enea, Ventotene. E di laicità, di diritti e di femminismo, anche.
Un manifesto per gli elettori di oggi ma soprattutto per quelli di domani, a cui Civati si rivolge fin da ora, convinto che la politica si risolva in questo: in un progetto di lungo periodo.
Giuseppe Civati è nato a Monza nel 1975. Deputato dal 2013, nello stesso anno ha partecipato alle primarie per la segreteria del Partito democratico, che abbandonerà nel 2015 a causa del perdurare della strategia delle larghe intese e delle politiche in netto contrasto col mandato elettorale ricevuto. Fondatore di Possibile, ne diviene segretario a inizio 2016. Dottore di ricerca in Filosofia, è autore di numerosi libri, tra i quali Cannabis, Qualcuno ci giudicherà, Il trasformista, 10 cose buone per l’Italia che la sinistra deve fare subito. Per Imprimatur ha pubblicato La condizione necessaria.
Stefano Catone è nato a Gallarate nel 1986. Laureato in Relazioni Internazionali, con perfezionamento in gestione dell'immigrazione e dell'asilo, ha scritto e curato le pubblicazioni Nessun Paese è un'isola. Migrazioni, accoglienza e il futuro dell'Italia e Expo della dignità. Cura le pubblicazioni su Possibile.com e ha collaborato con «Left», Radio 24 e il Parlamento europeo.