Cosa succede a un politico senza seggio, che pare una contraddizione in termini? La meravigliosa posizione del titolo non è detto che lo sia, meravigliosa: in parte è espressione chiaramente canzonatoria, in parte non lo è affatto. È una valutazione serissima. Mi è capitato di finirci, ma poi ho dovuto costruirmela, la nuova posizione, o per lo meno ci sto lavorando. Sono i miei ottanta ettari, in fondo. Coltivarli, curarli, passarci del tempo “diverso” da quello di prima, cosa mi ha insegnato? Non lo so con precisione, posso solo dire che mi ha confermato la convinzione che la politica, come ogni altra cosa, non può che essere passione, soprattutto. E deve coniugarsi con quell’altra cosa fondamentale, la libertà. In questo libro ho parlato di me come forse non ho mai fatto. Il motivo per cui ho scelto di scrivere è che volevo spiegare, a me stesso prima di tutto, che non dobbiamo più affidarci a una persona sola, nemmeno a noi stessi. Abbiamo commesso questo errore infinite volte e siamo pronti a cascarci di nuovo. Le persone contano, non è mai uno soltanto a contare. Per questa ragione, il testo si autodistruggerà alla fine della vostra lettura.
«Uscire dalla politica è stato un po’ come uscire da me stesso, non essere più al centro e non avere più nessuno che gravitasse intorno a me. È stato bello? Difficile da dire, in un tempo di personalismi esasperati non è facile togliersi di mezzo. Però il narcisismo logora chi ce l’ha, di questo sono sicuro, avendolo provato sulla mia pelle per tanti anni.
Cosa succede a un politico senza seggio, che pare una contraddizione in termini? La meravigliosa posizione del titolo non è detto che lo sia, meravigliosa: in parte è espressione chiaramente canzonatoria, in parte non lo è affatto. È una valutazione serissima. Mi è capitato di finirci, ma poi ho dovuto costruirmela, la nuova posizione, o per lo meno ci sto lavorando. Sono i miei ottanta ettari, in fondo. Coltivarli, curarli, passarci del tempo “diverso” da quello di prima, cosa mi ha insegnato? Non lo so con precisione, posso solo dire che mi ha confermato la convinzione che la politica, come ogni altra cosa, non può che essere passione, soprattutto. E deve coniugarsi con quell’altra cosa fondamentale, la libertà. In questo libro ho parlato di me come forse non ho mai fatto. Il motivo per cui ho scelto di scrivere è che volevo spiegare, a me stesso prima di tutto, che non dobbiamo più affidarci a una persona sola, nemmeno a noi stessi. Abbiamo commesso questo errore infinite volte e siamo pronti a cascarci di nuovo. Le persone contano, non è mai uno soltanto a contare. Per questa ragione, il testo si autodistruggerà alla fine della vostra lettura.
«Uscire dalla politica è stato un po’ come uscire da me stesso, non essere più al centro e non avere più nessuno che gravitasse intorno a me. È stato bello? Difficile da dire, in un tempo di personalismi esasperati non è facile togliersi di mezzo. Però il narcisismo logora chi ce l’ha, di questo sono sicuro, avendolo provato sulla mia pelle per tanti anni.