Nella sua rara, iniziatica raccolta di testi, Franco Scaldati, raffinato poeta dell'emarginazione, continua a raccontare stupefatte storie di una vita all'ultima frontiera, nell'antica lingua palermitana del quartiere Kalsa, asciugandone la componente arabica fino a rilanciarne l'espressione della musicalità dei tempi e delle pause.
Pupa e Regina, le sue due ultime protagoniste, nate dal fango al fango fanno ritorno attraverso il sogno indicibile di una natura che si esalta nel suo continuo reinventarsi, rispecchiandovi al tempo stesso l'amore tutto femminile che ha dato luce alle loro esistenze, prima che una coltellata le spegnesse. E allora, come due sante, queste due ex prostitute, interpretate sulla scena da Marion d'Amburgo e Lucia Ragni, ricreano attraverso una pioggia di parole il miracolo quotidiano di una natura in perpetuo rinnovamento mediante una pioggia di parole ai limiti di una visione risonante prima del loro approdo al silenzio.
Nella sua rara, iniziatica raccolta di testi, Franco Scaldati, raffinato poeta dell'emarginazione, continua a raccontare stupefatte storie di una vita all'ultima frontiera, nell'antica lingua palermitana del quartiere Kalsa, asciugandone la componente arabica fino a rilanciarne l'espressione della musicalità dei tempi e delle pause.
Pupa e Regina, le sue due ultime protagoniste, nate dal fango al fango fanno ritorno attraverso il sogno indicibile di una natura che si esalta nel suo continuo reinventarsi, rispecchiandovi al tempo stesso l'amore tutto femminile che ha dato luce alle loro esistenze, prima che una coltellata le spegnesse. E allora, come due sante, queste due ex prostitute, interpretate sulla scena da Marion d'Amburgo e Lucia Ragni, ricreano attraverso una pioggia di parole il miracolo quotidiano di una natura in perpetuo rinnovamento mediante una pioggia di parole ai limiti di una visione risonante prima del loro approdo al silenzio.