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La prima volta che il dolore mi salvò la vita

La prima volta che il dolore mi salvò la vita

Silvia Cosimini
0/5 ( ratings)
Illusioni e disincanto, passioni, amore e ironia nel mondo poetico di Jón Kalman Stefánsson.

«Ho difficoltà a immaginarmi a scrivere narrativa. La forma poetica è la più adatta a me.» Così rispose Jón Kalman Stefánsson, al tempo dei suoi esordi da poeta, a chi gli chiedeva se avesse considerato la possibilità di cimentarsi nella narrativa. Alla luce della sua produzione successiva, fatta di svariati romanzi, tradotti e premiati in tutto il mondo, la risposta non può che strappare un sorriso. Eppure è anche molto vera: Stefánsson la poesia non l’ha mai abbandonata, l’ha nascosta nella prosa. E le tre raccolte comprese in questo volume – qui pubblicate con testo islandese a fronte – possono essere viste anche come una sorta di laboratorio espressivo per quello stile inconfondibile che riesce a essere lirico e prosaico, altissimo e leggero, disperato e ricco di humour allo stesso tempo. Le fonti d’ispirazione sono le più disparate: il sole che tramonta su Reykjavík, un incidente stradale, il martellante vociare delle radio libere, la morte di Elvis Presley, la fede incrollabile nelle parole smorzata solo dall’autoironia . E poi la musica, l’altra grande passione, l’amore e la bellezza, le uniche forze capaci di rendere immortali anche le esistenze più precarie.

Completa la raccolta una spassosa e irriverente autobiografia – umana e letteraria – dei suoi tormentati e squattrinati anni giovanili prima in provincia, con il lavoro sul peschereccio e in fabbrica, la scoperta rivoluzionaria della lettura, e poi i faticosi inizi della carriera di poeta nella Reykjavík del secolo scorso, meno cool di quella di oggi, ma forse più autentica.
Language
Italian
Pages
288
Format
Paperback
Release
January 01, 2020
ISBN 13
9788870916423

La prima volta che il dolore mi salvò la vita

Silvia Cosimini
0/5 ( ratings)
Illusioni e disincanto, passioni, amore e ironia nel mondo poetico di Jón Kalman Stefánsson.

«Ho difficoltà a immaginarmi a scrivere narrativa. La forma poetica è la più adatta a me.» Così rispose Jón Kalman Stefánsson, al tempo dei suoi esordi da poeta, a chi gli chiedeva se avesse considerato la possibilità di cimentarsi nella narrativa. Alla luce della sua produzione successiva, fatta di svariati romanzi, tradotti e premiati in tutto il mondo, la risposta non può che strappare un sorriso. Eppure è anche molto vera: Stefánsson la poesia non l’ha mai abbandonata, l’ha nascosta nella prosa. E le tre raccolte comprese in questo volume – qui pubblicate con testo islandese a fronte – possono essere viste anche come una sorta di laboratorio espressivo per quello stile inconfondibile che riesce a essere lirico e prosaico, altissimo e leggero, disperato e ricco di humour allo stesso tempo. Le fonti d’ispirazione sono le più disparate: il sole che tramonta su Reykjavík, un incidente stradale, il martellante vociare delle radio libere, la morte di Elvis Presley, la fede incrollabile nelle parole smorzata solo dall’autoironia . E poi la musica, l’altra grande passione, l’amore e la bellezza, le uniche forze capaci di rendere immortali anche le esistenze più precarie.

Completa la raccolta una spassosa e irriverente autobiografia – umana e letteraria – dei suoi tormentati e squattrinati anni giovanili prima in provincia, con il lavoro sul peschereccio e in fabbrica, la scoperta rivoluzionaria della lettura, e poi i faticosi inizi della carriera di poeta nella Reykjavík del secolo scorso, meno cool di quella di oggi, ma forse più autentica.
Language
Italian
Pages
288
Format
Paperback
Release
January 01, 2020
ISBN 13
9788870916423

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